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Schiaparelli, Roseberry e gli eterni codici di Elsa

Collezione debutto nel pret a porter a Parigi

Redazione Ansa

Schiaparelli debutta nel pret-à-porter parigino, con una collezione per l'Autunno/Inverno 2023/24, in cui Daniel Roseberry, direttore creativo della maison, rende omaggio alla sua fondatrice, rileggendone i codici, i simboli e le tecniche sartoriali. "Di tutte le straordinarie eredità di Elsa Schiaparelli - spiega lo stilista - l'unica non ancora replicata, dai brand di oggi come il suo di allora, è il connubio tra arte e moda. Elsa è diventata famosa per la sua sartoria, che non va dimenticata come parte decisiva del suo 'regno', ma il suo debutto come stilista è stato con maglie trompe l'oeil, allora rivoluzionarie. Puro sportswear, erano allora da considerarsi come una decisa pulizia da tutto ciò che era volgare e fluttuante. Una maglieria facile da indossare e da togliere (si può pensare a quei maglioni come ad un abbigliamento athleisure dell'epoca). Il successo di quei pullover è stato il primo dei suoi tanti interventi virali nel corso della sua breve ma influente carriera nella moda. In un certo senso, i tratti distintivi del suo lavoro che oggi chiameremmo codici, come l'icona della serratura, i riferimenti anatomici, i dettagli del nastro di sarta, sono rilevanti eppure fluidi".
    L'attenzione dello stilista si concentra sugli abiti: elementi essenziali di un guardaroba che aiuta una donna a sentirsi più se stessa. In questo senso, di nuovo guardiamo ad Elsa, le cui fantasie più sfarzose erano sempre compensate e sublimate da silhouette semplici e realistiche. Il risultato è uno chic che non nasce da espedienti, ma da qualcosa di autentico e personale. "Questa stagione - ricorda il couturier - segna la nostra prima sfilata di prêt-à-porter. Un passo a lungo pianificato e fondamentale nel nostro continuo richiamare e rinnovare il mondo di Elsa. La nostra missione per questa stagione è stata semplice: presentare un intero guardaroba, completo di tutto, dalle camicie bianche in popeline agli abiti corti da cocktail in velluto, infondendo in questi classici l'arguzia, l'irriverenza e la controllata teatralità che contraddistinguono Schiaparelli". (ANSA).
   

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