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A Milano sfila la cruda semplicità di Prada

Carta strappata alle pareti e per gli abiti

Redazione Ansa

È di una semplicità cruda, quasi brutale, come lo è la vita stessa, la collezione Prada per la prossima estate, che sfila in una scenografia immersiva tutta di carta nera, su cui si aprono delle fenditure che mostrano i cortometraggi creati per l'occasione dal regista di 'Drive' Nicolas Winding Refn. E sempre di carta, o meglio di un tessuto ricavato dalla carta, sono alcuni abiti e gonne dagli orli non finiti, che sembrano strappati a mano. Un effetto che si moltiplica nelle shopping di pelle dalla mano stropicciata. "Il linguaggio utilizzato nell'ambientazione, la carta strappata, - chiosa il condirettore creativo del brand Raf Simons - si riflette sugli abiti. Ci siamo lasciati entusiasmare dal senso di fragilità, dai gesti sbagliati e dalla sfera della crudezza. Ogni capo porta con sé riflessi di vita, ha un proprio vissuto". Che la semplicità sia il tema dominante della collezione lo si capisce fin dalle prime uscite: una serie di tute intere con bottoni e collo a camicia e maniche lunghe, che citano l'idea di uniforme di Prada. Possono essere body a camicia e leggins o jumpsuit, sono anche doppiate da abiti lunghi e trasparenti che danno un'idea di comfort domestico. "Gli abiti - spiega Miuccia Prada - ruotano intorno al concetto di semplicità, senza inutili complicazioni. Ritorniamo spesso su questo concetto che ci attrae dal punto di vista politico, teorico ed estetico. In questa collezione abbiamo cercato di unirlo all'idea di ornamento, di bellezza, di come decorare e abbellire, restando semplici". "Non c'è spazio - sottolinea la stilista - per il superfluo o per strutture complicate. Niente di insensato: il non lavorato, la crudezza rappresentano la semplicità assoluta. Volevamo creare qualcosa utilizzando uno dei materiali più umili e modesti, la carta. Abbiamo applicato questo sistema di semplificazione e riduzione per generare bellezza". In questa estrema semplicità, sono anche i gesti a dare forma all'abito, come i cappotti portati stretti al petto con una mano, ma basta anche un semplice dettaglio, come un fiocco sul retro del cappotto che si trasforma in una coda, a dare un nuovo senso al classico. "C'è - sottolinea Miuccia Prada - un senso della vita delle donne. I capi prendono forma dalle esperienze e dall'umanità - non si tratta di ornamenti superficiali, ma di tracce di vita che lasciano dei segni. Quello che ci entusiasma è proprio l'idea che gli abiti siano plasmati dall'umanità". "Questa collezione, più di quelle passate - aggiunge Raf Simons -, racchiude punti di vista diversi. In un certo senso rispecchia il cinema, perché testimonia frammenti di un insieme più grande, in cui opere diverse si muovono all'interno di un unico corpo e tra svariati codici stilistici". È un incrocio tra non lavorato e sensuale, delicatezza e ruvidezza, quello che contamina il giorno con la sera, sovrapponendo gonne di garza e maglioni, tute e abiti, che fonde cappotti eleganti e giacche di pelle, che ricama rose tridimensionali su abiti minimali, che doppia di veli i capispalla, che 'strappa' i tubini floreali e femminili, aprendo uno squarcio sulla vita vera.

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