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Moda: Milano sogna i nuovi, ruggenti, anni Venti

Aspettando libertà, guardaroba si apre al nuovo, anche alla gonna

Redazione Ansa

Si tornerà a viaggiare, a far festa, a prendere aerei e a scalare montagne: è piena di voglia di vita la moda per lui per il prossimo inverno vista in questi giorni a Milano. Nonostante sfilate saltate per il covid, green pass e ffp2, in passerella si sente forte il desiderio di guardare oltre, immaginando che questi del Duemila siano i nuovi, ruggenti, anni Venti, quelli della ripresa, del ritorno alla vita vera. Una vita più libera, soprattutto, ed ecco allora un uomo non più vincolato nel guardaroba, che può indossare giacche corte come bolero, cappotti di pelliccia colorata e non, abiti di maglia e leggings e mettersi anche la gonna, magari con i gambaletti, la borsetta a tracolla e le scarpe rubate a lei. Una libertà che passa anche da nuove forme, tutte più morbide, fluide, scivolate, perché - ormai è assodato - non si torna indietro dalla comodità sperimentata nei mesi di lockdown.
    E' un afflato che contagia anche l'abbigliamento formale, sempre più contaminato dal casual, con le giacche leggere come camicie, i pantaloni comodi come quelli per fare jogging. E' ora - è il suggerimento della settimana milanese - di dimenticarsi il classico completo da uomo giacca-camicia-cravatta: anche in ufficio oggi si può andare con abiti nuovi, ibridi, dove la camicia è elegante come un blazer, o può essere sostituita da una T-shirt o un gilet tecnico, mentre il pantalone può avere l'elastico in vita anziché la canonica cintura. C'è voglia di partire, di tornare a viaggiare, di andare a scalare vette alpine, il simbolo della libertà nella natura declinato in chiave invernale. Ed ecco il mondo degli sport alpini che contamina l'abbigliamento da città, con gli scarponi da trekker, gli zainoni e le corde che diventano metropolitani.
    C'è voglia di tornare a far festa, con capi scintillanti, colori squillanti, maglie metalliche in oro e argento. C'è voglia di tornare a vestirsi bene per uscire, per andare nel mondo, evadere dalle proprie case. Ed ecco i piumini performanti e quelli in tessuti nobili, i cappotti morbidi come vestaglie e quelli strutturati, con le spalle enormi e scese, magari stretti in vita da cinture. E dopo due anni di buio c'è voglia di colore, con squilli di rosa e di giallo, stampe e ricami, lamé e paillettes, sognando di entrare davvero nei nuovi, ruggenti, anni Venti evocati dalle collezioni in passerella. (ANSA).
   

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