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I capi ibridi di Zegna facili da abbinare per uno stile modulare

Sfilata digitale apre settimana Milano uomo, cita lavoro artigiani e dipendenti

Redazione Ansa

Parte dalle cime innevate dell'oasi Zegna per arrivare in piazza Duomo, a Milano, la sfilata digitale di Zegna che ha dato il via ufficialmente alla settimana della moda uomo di Milano. E lo fa con un bel segnale perché, nel video che presenta la collezione per il prossimo inverno, una performance con 80 ballerini, ideata dal coreografo francese Sadeck Waff, rappresenta le 160 mani che hanno cucito i capi, mentre la realtà aumentata fa apparire per magia, alla fine del video, nel cuore di Milano, i 6000 dipendenti dell'azienda.
    Una sottolineatura del cuore produttivo del brand, che si focalizza anche sul suo rebranding: "quando abbiamo iniziato questo percorso - racconta il direttore creativo Alessandro Sartori - abbiamo pensato 'togliamo Ermenegildo, siamo Zegna'".
    Che poi era il nome delle origini, nel 1910, prima che i fratelli Ermenegildo e Mario si dividessero l'azienda. Insieme al nome, è stato recuperato il font dell'epoca, insieme a un motivo grafico a strisce che richiama la strada 232 che attraversa l'oasi piemontese, che circonda il lanificio, aperta anche al pubblico. Da queste origini nasce un'idea precisa di guardaroba, che Sartori vede sempre più ibrido e modulare. "La realtà in cui viviamo - è la sua riflessione - ha bisogno di adattabilità, ci richiede di essere fluidi. Tradurre questa idea in abiti significa costruire una grammatica di forma e texture che matura e si consolida nel tempo, rispondendo alle esigenze del momento. Mi piace - sottolinea - continuare a esplorare la nozione di ibrido, perché è dal superamento delle categorie convenzionali che nasce il progresso".
    Così, nella nuova collezione, sfuma di continuo la distinzione tra esterno e interno, per un nuovo look formale che passa senza soluzione di continuità dal fuori al dentro. E' una proposta fatta di capi ibridi, facili da abbinare insieme in base a un concetto di styling modulare: così il nuovo abito si può comporre con una camicia tecnica chiusa di sbieco, una giacca a trapezio, un cappotto, un pantalone largo. Da alternare ai maglioni in oasi cashmere, a quelli con motivi a rammendo e ai pull jacquard. Tutto in pochi colori: il bianco sale, il nero, l'ottone, l'aubergine, il grey, per facilitare la costruzione del guardaroba. Ogni look è basato sul comfort, privo di spalline e interni: "cancelliamo il concetto di giacca" è il suggerimento di Sartori, che si concretizza in camicie di pelle gommata, giacche in vento in lana, cappotti a trapezio da portare con gilet di seta tecnica termonastrata. 
   

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