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Moda maschile, mercato in sofferenza -19,5% calo del fatturato 2020

I trimestre 2021 timida ripartenza export. Consumi Italia -30,1%

Redazione Ansa

Dopo un anno decisamente negativo fortemente condizionato dall'emergenza sanitaria, il 2021 si apre con qualche timido segnale di ripartenza per il settore della moda maschile italiana. Soprattutto, pare arrivi un indizio di ritrovato favore da parte dei mercati internazionali.
    Non sono certo dati a segno positivo quelli che arrivano, ma visto l'andamento del 2020, anno in cui il settore ha archiviato una flessione del fatturato pari al -19,5% (e un giro d'affari calato a 8.169 milioni di euro), le aziende si aggrappano con fiducia ad ogni spiraglio di luce.
    Secondo i dati diffusi da Sistema Moda Italia per Pitti Uomo 100 (al via il 30 giugno alla Fortezza da Basso di Firenze), l'export - pur restando negativo - assiste ad un deciso miglioramento del tasso nei primi tre mesi del 2021, facendo registrare una dinamica del -3,9% rispetto al primo trimestre 2020, ovvero a un totale di 1.616 milioni di euro.
    Mentre l'import, pur in miglioramento rispetto al dato di gennaio-dicembre 2020, resta interessato da una flessione a due cifre pari al -15,2%.
    In termini di macro-aree di sbocco, l'export destinato all'Ue evidenzia un aumento del +4,3% mentre quello extra-Ue perde il -10,4% (sul dato pesano le perdite accusate dal Regno Unito). L'export verso la Cina cresce, mentre flettono le vendite dirette ad Hong Kong. In aumento le esportazioni della maglieria esterna maschile (+12,5%) e dell'abbigliamento in pelle (+12,7%), ma calano quelle di confezione (-13,6%), camiceria (-14,8%) e cravatte (-35,4%).
    Come anticipato i dati del 2020 non sono stati certo positivi: le vendite del segmento confezione sono calate del -20,3%, la maglieria del -14,6%, la camiceria del -25,6%, la confezione in pelle del -21,1%. Maglia nera spetta al segmento delle cravatte, con vendite calate del -44,6%. Le esportazioni in totale sono calate del -16,7%, passando a 5,8 miliardi di euro, mentre l'import è sceso addirittura del -20,2% (3,7 miliardi di euro).
    I dati analizzano anche il mercato italiano, ancor più in sofferenza. Con riferimento all'anno solare 2020, gli acquisti di moda maschile da parte delle famiglie residenti presentano un preoccupante deterioramento, contabilizzato nel -30,1% (rilevazioni Sita Ricerca per conto di Smi), a riprova del forte impatto sui consumi e sugli stili di vita degli italiani in seguito allo scoppio della pandemia. La Primavera/Estate ha in larga parte coinciso con una delle fasi più acute dell'emergenza sanitaria e si è chiusa con una contrazione del sell-out pari al -43,3% (i bimestri peggiori sono stati proprio il marzo-aprile e il maggio-giugno). Anche il periodo novembre-dicembre, caratterizzato dal secondo lockdown, ha fatto registrare flessioni molto accentuate del sell-out, pari al -39,8%. (ANSA).
   

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