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Armani in prima tv, 'godetevi abito e momento'

Su La7 documentario con Favino e collezione per prossima estate

Redazione Ansa

"Nel passato abbiamo spinto troppo, ora il messaggio è: goditi questo bel vestito, goditi il momento". E' l'invito di Giorgio Armani, questa sera in prima serata su La7 con la sfilata della collezione primavera-estate, preceduta da un video - narrato da Pierfrancesco Favino - che ne riassume la grande coerenza di pensiero e stile attraverso un montaggio di immagini e interviste d'archivio.
    Lui, che è stato il primo a chiudere il suo show al pubblico, lo scorso 23 febbraio, il primo a fare una donazione per aiutare gli ospedali nella lotta al Covid e a convertire i suoi stabilimenti per la produzione di mascherine e camici, il primo - con una lettera aperta - a invitare il mondo della moda a rallentare, a fare meno e meglio, oggi, con la stessa saggezza, ha scelto di non avere pubblico in sala per la sua passerella.
    Ma, anziché chiudersi, si è aperto alla platea televisiva.
    "L'idea mi è venuta alcuni mesi fa, ero un po' perplesso però - racconta oggi, alla proiezione in anteprima per la stampa - alla fine mi sono detto che la gente non sa cosa c'è dietro un lavoro del genere e ho pensato di approfittarne per mostrarlo e per esprimere quelle opinioni che ho mantenuto negli anni". A vedere i 20 minuti di docu-video e la sfilata, uno di seguito all'altro, quello che colpisce è proprio l'estrema coerenza di Armani, che passa dal pensiero allo stile.
    "C'è chi pensa che la moda sia una cosa frivola - è uno dei pensieri espressi dalla voce di Pierfrancesco Favino - io ho sempre pensato che rispecchi il proprio tempo e abbia in sé la capacità di anticipare il futuro". E poi: "è la gente che devi servire, se fai vestiti che non fanno parte del mondo, non hanno significato". Concetti espressi in momenti diversi e mai mutati, che diventano abiti pensati non per inseguire una moda ma per creare uno stile perché "l'eleganza non è essere notati ma ricordati". E nella sfilata - che non a caso ha per titolo 'Timeless thoughts', pensieri senza tempo - si ritrova tutto questo, come in un "collegamento tra passato e presente - dice oggi Armani - con capi immaginati allora e capi immaginabili ora, in un'osmosi di varie ere" che si concretizza nelle "bluse che cadono, nei pantaloni un po' etnici con discrezione, nelle giacche da uomo decostruite". "Le ho fatte allora e continuo a farle" dice Re Giorgio che, anche per la sua prima volta in tv, non rinuncia al suo stile fatto di linee pure e colori neutri - grigi, beige, neri, blu - talora intervallati da piccoli geometrie e motivi floreali ton sur ton. Certo, "la sfilata classica è il meglio che c'è, ma ora non c'è alternativa" dice lui, che ha scelto di vedere il suo debutto televisivo a casa, insieme ai suoi collaboratori, ma senza il suo gatto, mancato a luglio e riprodotto come ricamo sul capo che chiude la sfilata, la prima senza la sua uscita finale.
    "Pensavo potesse bastare così" dice, spiegando che "se avessi 30 anni di meno l'emozione dell'uscita mi mancherebbe di più".    Ma i tempi sono questi e se a livello personale "fuori è successo il putiferio e io dentro l'ho lasciato fuori", a livello lavorativo "è stato molto faticoso lavorare con video e telefonini". Per il futuro "dobbiamo aspettare come evolverà la situazione, come tutti". Per ora, l'unica certezza è che a gennaio "sfilerò l'alta moda a Milano, in Borgonuovo. Non vado a Parigi, sarei - sintetizza efficacemente - un cretino".
    In molti, in questi giorni, hanno seguito il suo esempio: "è sicuramente positivo, chi ha fatto sfilate senza pubblico ha fatto benissimo, il virus - conclude - non c'è solo per me".

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