Rubriche

Zegna sfila nell'ex Falck, lo stile va rigenerato

Collezione upcycling, naturali e minerali anche i colori

Redazione Ansa

Per lo show di Ermenegildo Zegna XXX - che ha aperto Milano Moda Uomo - Alessandro Sartori ha scelto una location insolite ma in modo così coerente che il luogo diventa la prima chiave di lettura della collezione. Se per parlare di integrazione e migrazioni aveva scelto la stazione Centrale, oggi per sottolineare la sua scelta di responsabilità ambientale ha voluto un emblema di archeologia industriale (e di abbandono) che si avvia a essere riqualificato.
La passerella si snoda nel treno laminatoio, lì dove passavano le lamine d'acciaio pronte per essere trattate in questa parte dell'Area ex Falck che aveva conquistato anche Renzo Piano, che già nel 2005 aveva immaginato un progetto per l'area. Quasi 15 anni dopo Bizzi&Partners Development, Intesa Sanpaolo e Prelios hanno siglato un accordo quadro per il progetto di sviluppo e riqualificazione dell'Area di 1.450.000 metri quadrati. Lì dove si lavorava l'acciaio e dove sono iniziati da poco i lavori di bonifica, presto dovrebbe prendere forma la città della salute e della ricerca. Trasformare l'esistente in opportunità è anche il messaggio della collezione Zegna, accompagnato sui social dall'hashtag #UseTheExisting.

"È dovere di ognuno di noi vivere in modo responsabile - dice Sartori - e io lo faccio usando i mezzi creativi che ho a disposizione, dalla produzione dei tessuti al know-how tecnico della sartoria, fino alla scelta della location dello show.
Tutto è connesso e trasmette la stessa idea: non è sempre necessario creare partendo da zero. Possiamo riutilizzare e reinventare ciò che già esiste e ottenere tessuti innovativi dai materiali scartati, applicando tecniche tradizionali ad un tailoring contemporaneo, capace di durare nel tempo, così come allo stesso modo trasformare un luogo dismesso in uno spazio creativo".
Se per la collezione invernale la parte di upcycling era relativa a qualche centinaio di chili di tessuto, oggi "è un processo industriale stabile, con due aziende che lavorano una sulle fibre tecniche e una su quelle naturali e hanno la tecnologia per fare una produzione importante". Ed ecco che scarti di fibre, di tessuti o prodotti come le bottiglie di plastica o le reti di pesca non vanno più sprecate ma vengono riutilizzate per qualcosa di nuovo, che in passerella rappresenta il 20% della proposta. Per capire quanti capi saranno poi prodotti bisognerà aspettare le vendite, anche perché al momento costano il 10-20% in più degli altri, ma Sartori è fiducioso che con l'aumento dei volumi scenderanno i prezzi. Inevitabile che a livello di stile tutto parta dai tessuti, su cui vengono costruite le forme e che creano persino i disegni e i motivi della collezione, prima piegati e poi fotografati e infine stampati o riprodotti come plissé su giacche dalla linea slim a un bottone portate con pantaloni ampi, giubbini in nylon riciclato effetto denim da portare con polo in seta, calzoni che solo a prima vista sembrano stropicciati messi con giacche con tasche applicate. Naturali e minerali anche i colori, con il ruggine del trench in seta che si alterna al rosa del parka over. Un "nuovo minimal con contenuti" che conquista ospiti come l'attore due volte premio Oscar Mahershala Ali e il vincitore di Sanremo Mahmood.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it