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Molestie nella moda: direttore Vogue Italia, voci giravano da mesi

Luca Dini, 'non mi stupisco, non finisce qui, ora codice etico'

Redazione Ansa

- Il terremoto nel mondo della moda, con Bruce Weber e Mario Testino accusati di molestie e la decisione di Condé nast di non lavorare con loro "nel prevedibile futuro", non era del tutto inaspettato: "le voci giravano da tre mesi" rivela Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia, che da quando è al timone del mensile di Condé Nast non ha lavorato con nessuno dei due fotografi, "ma le cose - chiarisce - non sono collegate, tanto che Testino ha firmato la cover di Vogue America di febbraio".
    "Proprio perché le voci giravano da tempo - spiega Farneti - stiamo lavorando da un po' a un codice di condotta interno che imporrà nuove regole per i casting, i modelli e la presenza sul set di persone di garanzia. Saranno le nuove regole del gioco per tutti i servizi". Il direttore di Vogue Italia non nasconde che nella moda "le dinamiche scorrette non sono un mistero" e pensa che, dopo Weber e Testino, nuovi casi possano uscire a breve.
    In prima fila alla sfilata di Prada, tra i direttori delle riviste ovviamente non si parlava d'altro che dei mostri sacri finiti nella polvere. Luca Dini, direttore di Vanity Fair, racconta che "il nostro chairman Jonathan Newhouse ci ha aggiornato sulla questione, già a fine ottobre Condé nast America e International hanno lanciato un'iniziativa perché, con il caso Weinstein, si parlava di molestie sul posto di lavoro ed era evidente che ci sarebbero stati problemi relativi agli ambienti che raccontiamo, così era iniziato un processo interno in cui si invitavano dirigenti e direttori a incoraggiare una politica di massima trasparenza e di comunicazione con clienti, agenzie e collaboratori per chiarire che il mondo Condé Nast non tollera abusi di ogni tipo, sconfinamenti professionali e situazioni di harassment sessuale". E' iniziata così la stesura del codice etico citato anche da Farneti che "verrà emanato a giorni e sui cui lavoriamo da mesi" in cui verrà ribadito che "tutti i modelli devono aver 18 anni, tranne eccezioni come le celebrities, che in ogni caso devono essere accompagnate da uno chaperon". Per evitare situazioni di vulnerabilità "non sarà consentito nessun uso di alcool o droghe ricreative sul set, che non potrà essere utilizzato per nessuna situazione non autorizzata". Tutto questo - sottolinea Dini - "per evitare situazioni su cui non ci sia controllo. Ogni situazione di nudità o seminudità o di uso simulato di alcool o droga che possa mettere il soggetto fotografato in una posizione di vulnerabilità dovrà essere pre approvata dal modello stesso". Per quanto riguarda Testino e Weber "i colleghi americani sono stati molto veloci perché lavorano di più con entrambi e vista la gravità delle accuse - commenta Dini - hanno sospeso le collaborazioni. Condé nast international non ha fatto una comunicazione ufficiale in merito, ma la posizione non può che essere la stessa". Anche Dini non è affatto sconvolto dalle rivelazioni fatte da alcuni modelli al New York Times: "chiunque abbia un minimo senso della realtà, appena sono uscite le storie degli attori di Hollywood, ha pensato che quello della moda è un altro mondo vulnerabile a questo tipo di cose. Io non ero a conoscenza di queste voci, ma non mi stupisce che vengano fuori queste cose né se ne verranno fuori altre, è chiaro - conclude - che non finisce così".
   

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