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Zegna, cachemire alla frutta

Grande lavoro ricerca sui tessuti e la spinta green Oasi cashmere

Redazione Ansa

La neve soffice e gli spazi brutalisti dell'Università Bocconi: basterebbe l'allestimento per raccontare la collezione Ermenegildo Zegna disegnata da Alessandro Sartori, che lavora con mano sempre più sicura a un guardaroba maschile che fonde sport e sartorialità e, in questo caso, "natura e tecnicità".
Sulla candida passerella, i modelli sfilano lasciando sentieri grafici con le loro impronte, come nelle fotografie raccolte nell'album 'Snow' dall'artista svizzero Thomas Flechtner, che ha partecipato all'allestimento dello spazio dello show, che apre oggi Milano Moda Uomo.
E' questo incontro tra natura e tecnologia che interessa Sartori: "Oggi - racconta - non vedo più distinzione tra sport e sartoriale, ci sono dettagli e materiali che migrano da un mondo all'altro". Il punto di partenza della collezione è l''oasi cashmere', che l'azienda studia da 12 anni: un processo di tintura sostenibile in cui i colori sono ottenuti solo da elementi naturali quali fiori, erbe, legno, foglie e radici.
Ecco quindi il giallo 'finferlo', il viola 'crocus', l'indaco 'mirtillo', l'arancio 'azalea', ma anche i grigi e i neri dati dalla mischia di vari coloranti, tutti applicati sul cashmere. A fare da contraltare a tanta naturalezza, la tecnicità della silhouette, con scollature geometriche e revers scolpiti che caratterizzano il busto e i pantaloni con il fondo regolabile.
C'è un'aria di pragmatismo negli intarsi che creano le tasche direttamente sul tessuto del cappotto, mentre è ancora una certa idea di rilassatezza a ispirare la nuova giacca a "1 petto e mezzo": intermedia tra un doppio e un mono petto, che rimane avvitata anche se portata slacciata. Tutto è un incontro tra tecnico e fatto a mano: il cappotto grigio in oasi cashmere con lavorazione double e martingala interna come nella couture anni 40 portato con il maglione jacquard con riprodotte immagini di natura prese da una foto dell'oasi Zegna, la tuta da sci in jacquard imbottita in ovatta di lana abbinata al giubbino con alberi ricamati sulla schiena. Il piumino prende la forma di una giacca a vento di lana, mentre il cappotto è in jacquard a macro geometrie che ricordano le tracce degli sci sulla neve.
In primo piano il grande lavoro di ricerca sui tessuti, dal cashmere infeltrito dei pull con collo tagliato al velluto non lucido di lana e cotone di pantaloni e blouson, fino al feltro del cappotto over foderato. Ai piedi robusti stivali da montagna, al collo cravatte indossate come sciarpe a doppio nodo, in mano borse in pelle tessuta. Per la sera, un bomber in shearling rasato o un completo jacquard in mohair.
A interpretare la collezione, che Sartori ha battezzato 'Snowriting', giovani da tutto il mondo, scelti con casting in 5 città, da Shanghai a Los Angeles. Ad applaudirla, altri giovani, alcuni studenti della Bocconi, ospiti insieme al rettore dell'ateneo, al suo debutto come sede di una sfilata.

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