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Milano sovversiva, viva le bambine ribelli

Mescolano tutto senza paura, l'errore è distinzione

Redazione Ansa

(di Gioia Giudici) Se le raccontano da sole le storie della buonanotte le bambine ribelli viste in passerella a Milano Moda Donna. Sovversive nell'animo e nell'abbigliamento, pronte a stravolgere codici, a passare per eccentriche e, perché no?, anche a scendere in piazza.
    Sono giovani che, per andare avanti, guardano al passato, agli anni delle lotte, ai bauli delle nonne e agli armadi delle mamme. E mescolano tutto insieme, con il gusto di chi scopre qualcosa per la prima volta. Non hanno paura di sbagliare, anzi, inseguono l'errore come segno di distinzione. Il loro abbigliarsi è un atto di resistenza all'omologazione, un rallentare di fronte a un mondo che va troppo veloce, un non rassegnarsi alla serie B. Non si vestono per sedurre, ma per raccontarsi, e lo fanno mischiando storie diverse, spesso lontane tra loro, che nell'accumulo e nello scontro rivelano significati nuovi.
    Così non hanno nessuna reticenza a coprirsi di bagliori di lurex, a caricarsi di broccati, a velarsi di pizzi, a uscire in completi pigiama, abiti-sottoveste, vestaglie da camera orlate di visone. Il non finito, lo sbagliato, sono i loro feticci: un orlo sfilacciato, un capo che sembra scucito, un abito apparentemente maltinto. Adorano il vintage di tutte le epoche, dalla biancheria della nonna ai capi cult degli anni Novanta, dalla T-shirt con il logo al blazer dalle spalle importanti, dalle stampe all over alla maglia metallica, dalla tuta seconda pelle al tubino di paillettes. Mettono il bustier della nonna con la camicia da uomo, l'abitino a fiorellini con i pantaloni e le scarpette di vernice, amano la camicia kimono e la gonna plissé, mescolano fantasie diverse, adorano i colori accesi. 
   

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