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Grand Tour verso Roma per l'alta gioielleria di Gucci

A Villa Albani terzo Hortus Deliciarum di Alessandro Michele

Redazione Ansa

La terza collezione di alta gioielleria Gucci Hortus Deliciarum, disegnata dal direttore creativo della maison Alessandro Michele, si rivela come un diario di viaggio diviso in cinque capitoli. Sede della presentazione le sale affrescate e ricche di capolavori di arte neoclassica di Villa Albani a Roma. Ma la capitale è anche fonte d'ispirazione e destinazione finale del viaggio immaginario dello stilista. Sotto lo sguardo del busto di Antinoo, che fu l'amante morto giovane dell'Imperatore Adriano, il primo tema sviluppa l'idea del Grand Tour, quel lungo viaggio che dal XVIII secolo viene intrapreso da aristocratici e intellettuali europei attraverso i Paesi del Vecchio continente, con meta iniziale o finale d'obbligo, l'Italia, Roma.
Ma la capitale è anche il punto di partenza del Grand Tour di questa terza collezione, di cui viene lanciata anche la nuova campagna con protagonista Jessica Chastain.



Un set di pezzi unici di micro-mosaici realizzati tra il 1850 e il 1870, raffiguranti il Colosseo, Piazza San Pietro, il Pantheon com'era nell'Ottocento, i Fori Romani, il Tempio di Vesta, il Tempio di Ercole a Cori, le Cascate di Tivoli, la Piramide Cestia, diventano pendenti di collane di diamanti, centrali di bracciali e anelli attraverso i quali Alessandro Michele cattura i colori, incastonando anche verdi peridoti, berilli gialli, spinelli rossi e rosa di dimensioni e intensità uniche, topazi blu, opali di fuoco, tormaline rosa. Il secondo tema riprende il concetto della bellezza caleidoscopica in un diario di viaggio che parte da Roma e arriva all'India dei Maharaja, con le sue "pietre rosse della luce": rubellite, topazio imperiale, berillo giallo, tormalina, granato, che racchiudono la luce del crepuscolo nelle forme di anelli con pietre tagliate a pera o a cuore, collane a più fili di pietre multicolori, bracciali fatti d' intrecci d'oro, diamanti e smalti, berilli gialli, collier e sautoir, orecchini e anelli nelle forme dei rosoni delle cattedrali europee. La perla, con la sua origine mitologica è il terzo tema della collezione. Nata dalla schiuma del mare solidificata sulla pelle di Afrodite secondo i mitologi greci, "la prima tra le cose preziose" secondo Plinio il Vecchio, il regalo più magico che Cesare fece a Cleopatra, la perla guida il viaggiatore nel punto in cui Occidente e Oriente s'incontrano, verso l'Indonesia, l'Australia e la Polinesia. Perle bianche, crema e nere si uniscono a topazi imperiali per formare sautoir, orecchini e broches. Il quarto tema è dedicato allo stile del Mondo Nuovo. Siamo negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, in pieno Modernismo e affermazione dell'architettura verticale. Un cambio di passo dove Alessandro Michele costruisce collane e bracciali dalle forme geometriche in catene dai moduli asimmetrici e flessibili con dettagli strutturali meticolosi e li corrompe con la magnificenza di pietre dal carattere drammatico. Su catene flessibili sono montati ametiste, acquemarine e berilli blu-grigi con taglio cuscino che replicano il loro splendore in orecchini o in pendenti centrali incastonati in gabbie di diamanti baguette. Le pagine finali di questo lungo diario di viaggio arrivano agli anni Settanta, alla cultura Pop. Colori psichedelici per collane in catene di oro bianco e diamanti che reggono veri talismani in smeraldo esagonale, tormaline verde a pera, acquamarine incastonate in cornici di smalto verde che racchiudono baguettes di diamanti. Un pendente con la base in oro giallo che riproduce una scena della savana, incisa e smaltata, riporta al luogo in cui era iniziato. Anche questo pendente ha infatti una sua storia: il disegno viene dal foulard "Savana" che nel 1969 Vittorio Accornero De Testa disegnò per Gucci. Nel 1981 quel disegno fu poi trasferito in un pendente che oggi chiude l'ultimo capitolo del terzo viaggio di Alessandro Michele nell'alta gioielleria. 

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