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Una libellula come logo e tema gioielli

"1926 Dragonfly" del brand "Anapsara" di Eugenia Shekhtman

Redazione Ansa

Una libellula come logo del suo brand e come tema di un'intera collezione di gioielli per Anapsara, marchio fondato nel 2014 da Eugenia Shekhtman, nata in Russia, cresciuta negli Stati Uniti e approdata infine in Italia.
    Con "1926 Dragonfly" presentata nella recente rassegna VicenzaOro, la maison di gioielleria guidata dalla visionaria designer, mostra delicate, eteree ed eleganti libellule che si stagliano in orecchini bracciali e collane, realizzati in oro, smalti, pietre preziose e diamanti. La libellula, icona che rappresenta Anapsara dalla sua nascita, è stata scelta per la sua bellezza e per il suo significato: cambiamento, metamorfosi, scoperta dell'Io più profondo. Fin dai tempi più antichi questo misterioso insetto rappresenta infatti la rinascita generata dal raggiungimento della maturità mentale ed emotiva.
    Il nome Anapsara deriva dalla parola sanscrita "apsara" che in inglese, significa "she who moves through water". La designer, che oggi vive tra Milano e Anversa, in Belgio, dove è proprietaria assieme al marito della boutique Verso ha scelto la libellula come logo del suo brand per la sua bellezza e per il significato simbolico che la avvolge. Alla libellula sono legate anche molte leggende. Si narra, infatti che la libellula fosse un potente drago vittima della sua stessa magia, che rimase intrappolato nel corpo di una fragile libellula.
    Da qui ha origine il suo nome inglese "Dragonfly". In oriente è considerata un vero e proprio portafortuna. I samurai incidevano la sua sagoma sull'elmo come buon auspicio della vittoria sul nemico e simbolo di forza e coraggio.
    Anapsara sono gioielli dalle forme stilizzate, pulite ed essenziali ispirate all'arte, alla pittura e all'architettura.
    Linee che si fondono con geometrie sacre, richiami al cubismo e all'Art Déco, rompendo gli schemi tradizionali.
    L'intera produzione di Anapsara è realizzata in Italia nei laboratori dei maestri orafi di Valenza, capitale mondiale dell'alta gioielleria.
   

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