Rubriche

La guerra della carbonara, divide la versione Usa al pomodoro

Rivisitazione Nyt Smoky Tomato Carbonara, Verdone 'è un pasticcio'

Smoky Tomato Carbonara @ New York Times

Redazione Ansa

Diplomazia culinaria in crisi o quasi dopo la pubblicazione dal parte del quotidiano americano New York Times della rivisitazione della carbonara, grande classico italiano e specialità romana, con la proposta della ricetta "Smoky Tomato Carbonara", cioè la carbonara di pomodoro affumicato. In Italia, infatti, dopo la pubblicazione della ricetta Usa, preparata con la pancetta al posto del guanciale per conferire una bella nota affumicata" e con l'utilizzo del pomodoro per la realizzazione del primo piatto made in Italy, sono scesi in campo autorevoli commentatori come il regista e l'attore Carlo Verdone che definisce la proposta "un sorta di amatriciana tutta sbagliata e in generale "un pasticcio" e pubblicati dagli utenti post sui social del tenore "la carbonara non si rivisita, si mangia così com'è da sempre". Insomma una vera e propria "Guerra della Carbonara" ma che negli Usa sembra piacere nella versione effetti speciali. C'è però chi invita ad abbassare i toni poichè si è davanti a due stili di vita differenti e soprattutto un modo diverso di mangiare anche perché il tempo della giornata negli Usa è organizzato diversamente. A farlo presente è Francesco Panella, volto tv e ristoratore con locali a Roma e New York. "La reazione italiana alla rivisitazione della carbonara - afferma l'imprenditore- è un fatto di percezione, per noi la difesa di una ricetta va oltre questo, è una difesa dei nostri ricordi, dei nostri affetti che quel tipo di piatto ci riporta. Sulla bilancia dunque ci sono dei valori che vanno oltre il piatto. Per questo - aggiungo come ambasciatore tra Italia e Usa che l'ambito del marketing va circoscritto tenendo presente tutto questo. Anche noi sperimentiamo e innoviamo in cucina ma teniamo presente questi valori. Gli americani sono sperimentatori, ma è dovuto alla grande proposta che hanno a disposizione. unica del genere.    Non saranno però mai conoscitori di una cucina in maniera totale perché ogni giorno possono cambiare la nazionalità della cucina da degustare. Quanto alla ricetta proposta non è un problema ormai recuperare ingredienti con il guanciale in città come New York". La cucina italiana- dice invece Gianfranco Sorrentino del ristorante il Gattopardo di New York con il marchio Ospitalità italiana nel mondo promosso da Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche- Isnart e Unioncamere- non è molto conosciuta e stiamo cercando di promuoverla con l'associazione "Gruppo Italiano". Il ristoratore spiega inoltre che gli americani, avendo un spirito libero, amano mischiare ingredienti, ma c'è anche poco conoscenza culinaria". Sulla scelta e utilizzo dei prodotti ricorda che quelli italiani hanno un prezzo un po' più alto e questo incide.
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it