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Il fascino delle carnivore, le nuove piante di tendenza

Pianta cattura insetti tra protagoniste ad Orticola di Roma

Redazione Ansa

Le abbiamo viste nel grande schermo, con l'appetito insaziabile della protagonista della commedia horror La piccola bottega degli orrori di Roger Corman (1960), e le ritroviamo nel film Jumanji (1995) in cui, addirittura, una pianta è talmente grande da essere capace di catturare un'automobile per mezzo dei suoi grandi tentacoli.  Abbiamo letto di specie immaginarie di "piante assassine" in molti romanzi, tra cui “Il giorno dei trifidi” di John Wyndham, e in vari racconti, come “Fioritura” di George Wells, che introduce l’insolito tema della pianta-vampiro.
Ma cosa sono, in realtà, le piante carnivore? Il primo a scoprirle e studiarle fu Charles Darwin, che scrisse su di loro un vero e proprio trattato descrivendone abitudini, caratteristiche, peculiarità. Si tratta di piante che, adattandosi alla povertà dei terreni in cui si sono sviluppate, si nutrono di insetti e altre specie da cui estraggono i principi nutritivi necessari alla loro crescita. Le specie censite sono circa 600, divise tra 12 generi e 5 famiglie. Oltre a queste esistono anche circa trecento specie di piante proto-carnivore, divise in diversi generi, che possiedono alcune ma non tutte le caratteristiche per essere considerate vere carnivore. Le carnivore, grande tendenza, sono tra le protagoniste con orchidee e kokedama giapponesi, piante cactacee, succulente e aromatiche di Orticola di Roma, la nuova manifestazione che si snoda con tanti appuntamenti tra via Condotti e Villa Borghese 6-7-8 maggio. Non solo florovivaismo e mostra mercato ma insieme al Fai, alla Onlus Fondo Forestale italiano, al Giardino Segreto Garden Tours e molti altri, visite culturali nei musei, incontri, seminari e educazione alla mobilità sostenibile. E ancora: l’orto d’appartamento e varietà stagionali, dalle viole a limoni, pomodori e peperoncini.
Le piante carnivore hanno sviluppato cinque diversi tipi di trappole per la cattura degli organismi di cui si nutrono. In alcune specie le prede vengono intrappolate all'interno di una foglia a forma di caraffa contenente enzimi digestivi, in altre la cattura avviene “incollando” le prede grazie ad una mucillagine collosa secreta dalle foglie, in altre ancora troviamo una vera e propria trappola a scatto o a tagliola, che con un rapido movimento delle foglie la immobilizza la preda. Poi ci sono le trappole ad aspirazione, in cui la preda viene risucchiata da una struttura simile ad una vescica e infine le specie con le trappole a nassa, che presentano dei peli che dirigono forzatamente la preda all'interno dell'organo digestivo. Ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti. Quelle più piccole - che si nutrono di insetti come moscerini – , quelle esotiche- che temono il freddo e devono essere conservate in interno- , quelle da esterno – che in inverno vanno in “letargo”- , e quelle di grandi dimensioni in grado di mangiare addirittura piccoli rettili o roditori.
Poco conosciute e totalmente assenti nelle case e nei giardini fino a poco tempo fa sono adesso richieste e apprezzate, per la loro bellezza e per la curiosità che suscita il loro comportamento. Basti pensare il loro prezzo, in pochi anni, è decuplicato. I loro colori, le loro forme inusuali, la loro bellezza e qualità ornamentale, infatti, ha fatto si che la loro conoscenza e diffusione si sviluppasse velocemente, diventando un vero e proprio trend di coltivazione e decorazione di interni ed esterni. E la tendenza è destinata ad amplificarsi sempre di più, basti pensare che è nata e lavora alacremente l’AIPC, associazione che promuove, divulga e diffonde lo studio, la conoscenza e le tecniche di coltivazione delle piante carnivore.

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