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Botanica e fiori, nell'Ottocento era una storia di donne

Almanacco rieditato racconta la cultura dell'epoca

Redazione Ansa

Per questo Natale, che si presenta cupo per le nubi all'orizzonte, arriva un regalo romantico e dal sapore antico. Un'edizione rivisitata di quello che può essere considerato il primogenito del filone letterario eco-friendly, un almanacco ottocentesco sulla storia dei fiori dedicato 'al Bel Sesso'. Nulla, dunque, di tediosamente scientifico, piuttosto un libricino ''in carta velina levigata adorna di 6 accurate incisioni'' uscito nel 1827 per le edizioni Sonzogno che viene rispolverato grazie alla casa editrice Olschki. Lorenzo Sonzogno, figlio di Giovan Battista, che nel 1804 aveva avviato a Milano l'attività che nel 1818 culminerà nella nascita dell'omonima casa editrice, pubblica alla fine del 1827 'La Botanica dè Fiori dedicata al Bel Sesso' corredandola in chiusura con il calendario per l'anno 1828. Con raffinate tavole a colori, alcune delle quali opera dell’incisore vicentino Giuseppe Dall’ Acqua, si tratta del primo volume di una serie fortunata dedicata all'universo floreale, di lieve e non impegnativa lettura, rivolta alle donne, che affronta tematiche che vanno da sintetici elementi di scienza botanica, ai giardini, a digressioni poetiche e letterarie sul panorama floreale fino al romantico “linguaggio dei fiori”.

Una tematica in voga in Francia fin dal Settecento. L'autore dell'almanacco, che uscì anonimo, è l’erudito poligrafo e letterato Giuseppe Compagnoni, assai noto nel sofisticato ambiente culturale milanese di primo Ottocento, già abile divulgatore di temi scientifici “al femminile”. Le tavole inserite nel libro, incise a colori, con la tecnica del tampone colorato, raffigurano vasi classicheggianti di composizioni floreali. Tra gli argomenti trattati la descrizione delle parti componenti i fiori, i tempi di fioritura delle varie specie, la fecondazione, e poi la descrizione dei fiori più comuni come la rosa, il garofano, la margherita il narciso, il giglio, la violetta. L'introduzione alla riedizione dell'almanacco, a cura di Simona Verrazzo, si sofferma sul curioso titolo del volumetto e in particolare sull'espressione 'bel sesso', ''più maliziosa di 'gentil sesso', all'epoca maggiormente in voga, così come preferito a 'per le dame', ugualmente largamente utilizzato sulla scorta della tradizione francese''. Nel libro del 1828 Giuseppe Compagnoni chiarisce di voler offrire ''alle nostre donne'' accanto alla ''curiosità'' e alla ''innocente inclinazione ai fiori'' argomenti assai più ''durevoli che... provenendo dalla scienza accrescerà in Voi la coltura dello spirito, e deliziosissime sensazioni desterà né vostri cuori parte preziosa di virtù, per cui ogni gentil donna si fa degna della stima dè savi e dell'ammirazione di tutti''. Dunque la morale è che per essere ben accetta e ammirata la donna non può non sapere di botanica e di fiori. Il dubbio che rimane è se, nonostante tutta la strada e la fatica fatta, nell'immaginario maschile non sia ancora questa l'immagine della donna.

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