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Barba al tramonto? La moda del pizzo fa i conti con il Covid-19

Barberie in lockdown e niente peli folti per indossare perfettamente le mascherine

Redazione Ansa

Il trend della barba aveva appena raggiunto proporzioni globali. Per il 2020 la moda la sanciva piuttosto corta (5-7 millimetri) o media alla Van Dyke ma riproponeva anche pizzetti perfettamente sagomati oltre alle barbe folte e lunghe da hipster. Assistevamo anche ad un ritrovato amore per i baffi, appena accennati o folti, foltissimi alla messicana, oppure abbinati alle basette da vero cow-boy. Poi è arrivato il Covid-19. Con lui la chiusura delle barberie per il lockdown e, più recentemente, la notizia che le mascherine di protezione dal virus potrebbero essere meno efficaci se indossate in presenza di una folta peluria sul viso. La barba è al tramonto? Il dibattito è entrato nel vivo quando, imprudentemente, è spuntato fuori un curioso disegno del CDC americano (Centers for disease control and prevention) che rapportava 36 diversi stili di barba, baffi e pizzetti con la capacità filtrante delle mascherine usate dal personale sanitario (ovvero i respiratori rigidi a coppa, non a fascia morbida) bocciandone ben 18 come la peluria foltissima ‘alla Verdi’ o ‘Garibaldi’, lo stile hipster, i pizzi folti e lunghi oltre il mento, i baffi alla messicana e i basettoni (stile ‘mutton chops’).
Fra le barbe promosse spiccano invece i pizzi circoscritti intorno alle labbra e i baffetti sottili, alla Zorro e a spazzolino e in stile ‘tricheco’ corto. Insomma la peluria non deve fuoriuscire dal bordo della maschera per non impedire l’adesione dei respiratori alla pelle altrimenti l’aria non viene filtrata perfettamente, dicono gli autori. Il documento, dedicato alla sicurezza sul lavoro per gli operatori sanitari, è stato redatto nel 2017 e perciò in epoca pre Covid-19 tanto che gli specialisti del CDC si sono affrettati a precisarlo ma gli amanti della barba hanno già iniziato accurate rasature.
“Gli operatori sanitari dovrebbero radersi il viso in questo periodo di emergenza, - commentano nel frattempo i chirurghi americani al New York Times. Sullo stesso giornale una infettivologa del Santa Clara Medical Centers di San Jose, California, la dottoressa Supriya Narasimhan, precisa anche che se un suo familiare o un amico in questo momento le dicesse di avere deciso di farsi crescere la barba lo dissuaderebbe in via prudenziale. Ai tempi dell’epidemia da Sars, anche l’Istituto Superiore della Sanità italiano (ISS) raccomandava agli operatori sanitari di sbarbarsi prima di indossare le maschere di protezione. Oggi, in piena emergenza Covid-19, sui foglietti allegati alle mascherine di protezione in stoffa morbida di tipo ffp2 acquistabili da chiunque nelle farmacie e nelle parafarmacie si legge “non usare con barba, basette o baffi che potrebbero impedire una buona tenuta del respiratore sul volto”.
Che fare, dunque, radersi o no? L’abbiamo chiesto a Paolo D’Ancona, medico epidemiologo e coordinatore del gruppo di lavoro su prevenzione e controllo delle infezioni all’ Istituto Superiore di Sanità. “I respiratori usati negli ospedali, ovvero le maschere di tipo ffp2 ed ffp3, devono aderire perfettamente alla pelle per evitare il rischio di contagio che, soprattutto durante alcune procedure di assistenza medica che producono aerosol, è elevato e perciò tutti gli operatori sanitari che le devono indossare non dovrebbero avere la barba. Per i cittadini che invece indossano le mascherine chirurgiche la peluria non costituisce alcun impedimento, a patto che la barba non sia troppo folta o lunga altrimenti lo schermo non è più sufficiente. In questo caso io consiglierei di accorciarla”. Con le mascherine perciò via libera alla cura della barba, che sia di media lunghezza, e ai baffetti e ai pizzi ben delineati e rasati. Sconsigliate le barbe folte alla Garibaldi, Verdi o da hipster . La moda del barbone aspetterà tempi migliori.

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