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Bodyshaming, arrivano le acne influencer

Sfidano gli haters con le 'imperfezioni', ditta italiana le coinvolge in campagna sociale

Pelle con imperfezioni

Redazione Ansa

Acne influencer: giovani ragazze che si mostrano sui profili social con la pelle imperfetta sfidando l'odiosa pratica del body shaming, una forma di cyber bullismo nei confronti di chi "non è perfetto" secondo i canoni omologati di bellezza, brufoli inclusi.
Sono Hailey Wait, coraggiosa diciassettenne del Colorado che, stanca di dover sempre nascondere il suo volto, ha deciso di lanciare un appello attraverso il suo profilo Piggs su Instagram, e pubblicare le foto del suo viso, acne compresa.

Accanto a lei Kali Kushner, 23enne originaria di Cincinnati, Ohio, la quale ha raccontato la sua battaglia contro l’acne dal profilo instagram MyFaceStory. E poi la londinese Em Ford, beauty blogger di My Pale Skin che dopo aver offerto consigli su come nascondere l'acne ha poi avuto il coraggio di postare per mesi sui suoi canali social foto senza trucco, raccogliendo insulti da numerosi haters. Non solo straniere ma anche italiane: Carlotta Giacuzzo, conosciuta come CherylPandemonium, Nicole Husel (Kiss and Makeup 01), Gloria Fair e Miriam Dilikikka.

L'acne è un processo infiammatorio del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea annessa al follicolo che colpisce viso, spalle, schiena e torace, manifestazione tra le più comuni nei ragazzi tra i 14 e i 18 anni. In Italia, secondo i dati dell'Associazione Dermatologia e Cosmetologia (www.aideco.org), interessa fra l’80% e il 90% della popolazione giovanile, con una maggiore incidenza nelle ragazze, specialmente quelle di età compresa fra i 13 ed i 15 anni, rispetto ai soggetti di sesso maschile, i quali risultano maggiormente colpiti fra i 15 ed i 17 anni.
Ciò che più affligge di questo problema non è solo l'aspetto estetico, piuttosto le conseguenze psicologiche che possono arrivare negli adolescenti a depressione, angoscia, sottostima, tristezza, irascibilità, ansia, demotivazione, difficoltà nelle relazioni con l'altro sesso, fino all'autoesclusione sociale tutte ricadute psicosociali non necessariamente correlate alla gravità clinica del disturbo. L’acne sarebbe una delle cause della maggiore esposizione degli adolescenti alla depressione secondo uno studio dell’Università di Calgary (Canada), pubblicato sul ‘British Journal of Dermatology’, secondo il quale un anno dopo la diagnosi medica dell’acne, il rischio di depressione aumenta del 63% rispetto al gruppo di controllo (persone senza acne). Inoltre, il 18,5% degli individui con l’acne ha dovuto fare i conti con alcuni disturbi dell’umore.
Recentemente è stato presentato da La Roche Posay l'Effaclar SpotScan in cui l'analisi della pelle, sempre con l'ausilio del digitale, è dedicata, ed è la prima volta in assoluto, a chi ha tendenze acneiche per consigli cosmetici. Una cura definitiva esiste ed è italiana attraverso il laser medicale Accure che sarà lanciato nel 2020 da Renaissance, realtà del Gruppo El.En. Il progetto sperimentale del dottor Richard Rox Anderson, nato più di 20 anni fa,  è diventato realtà e ha scelto le giovani acne influencer per una campagna sociale internazionale contro il body shaming. “Non siamo alla ricerca di testimonial - precisa Paolo Salvadeo, direttore generale del gruppo - ma di storie vere che siano di esempio per milioni di adolescenti che vivono con disagio e imbarazzo questa problematica. Grazie alla forza di queste giovani donne vogliamo diffondere il messaggio che una cura esiste, dando la giusta informazione e quindi combattendo un fenomeno ormai dilagante anche grazie al supporto di esperti psicologi”.

 

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