Rubriche

Trend beauty, è boom per la cosmesi 'da mangiare'

La clean beauty con ingredienti all'origine commestibili

Il sistema di ricarica e consegna di Loop

Redazione Ansa

Miele manuka (il più ambito e puro), avocado, prugne kakadu, funghi shiitake, aceto di mele, avocado. Somigliano ad una ricetta di cucina gli ingredienti di punta contenuti nella nuova generazione di prodotti di bellezza di stampo ‘clean beauty’ (cioè privi di sostanze chimiche e con pochissimi ingredienti). La cosmesi ‘pulita’ evolve ancora in purezza e gioca con l’idea che si potrebbe perfino mangiare ed è perciò ora battezzata ‘baby proof’, con componenti così puri ed affidabili da essere a prova di bambini che erroneamente potrebbero assaggiarli. Non si tratta infatti di prodotti da mangiare realmente ma di una nuova categoria di cosmetici contenenti ingredienti che all’origine sono commestibili e che cresce ad una velocità sorprendente del 200 per cento all’anno (Nielsen 2018) e che nasce per rispondere ai bisogni crescenti dei consumatori più attenti al green, al naturale e all’organico. Segnala il nuovo trend Beautystreams, company statunitense che effettua ricerche sui fenomeni emergenti e futuri per i mercati di tutto il mondo. Spiegano gli analisti: “Il 68 per cento dei consumatori si aspetta una maggiore trasparenza dalle industrie della bellezza e del personal care. Si tratta di clienti molto preparati, che conoscono le formule, gli ingredienti e le fonti preferendo i cosmetici organici, clean, naturali, green e che invece scartano quelli a base di ingredienti sospettati di esser tossici, come siliconi, oli essenziali, fragranze, sodio lauril solfato, filtri chimici e alcol. Il 53% dei consumatori sostiene che l’assenza di questi componenti sia più importante dell’eventuale efficacia dei prodotti. Il successo dei cosmetici a base di ingredienti commestibili è legato proprio alla forte e crescente richiesta di sicurezza”.

Lo studio di Beautystreams segnala anche una nuova svolta sul fronte dei packaging: l’obiettivo ‘niente rifiuti’ per la difesa dell’ambiente sforna prodotti di consumo quotidiano (non solo di bellezza) che prima non c’erano. Gli analisti segnalano ‘Loop’ , nobile progetto di evoluzione del sistema refill (la ricarica che si fa nei negozi specializzati) messo a punto da uno studente della Princeton University, Tom Szaky , che ha fondato la company Terra Cycle. Loop consegna a casa i prodotti richiesti, in contenitori in alluminio o in vetro da ricaricare e si occupa anche del ritiro dei vuoti, del lavaggio, della sterilizzazione, della ricarica e della nuova consegna sulla porta di casa. Un sistema circolare di refill-delivery che garantisce zero scarti e sul quale sono nati i primi progetti di partner con Unilever, Procter & Gamble, Clorox, Nestlé, Mars, Coca-Cola e PepsiCo che hanno ridisegnato i loro packaging dei prodotti di punta per partecipare ai programmi pilota. I prodotti da ricaricare vanno dai succhi di frutta alla maionese, dai gelati ai saponi ai detergenti, ai prodotti per capelli ai deodoranti. Gli analisti segnalano, per il settore della cosmetica, anche l’aumento dell’uso della bio-plastica biodegradabile al 100 per cento (Pai Skincare, Gran Bretagna), iniziative diffuse di utilizzo delle bottiglie di plastica gettate nei mari per farne contenitori (come l’inglese REN Clean Skincare) e nuove confezioni refill anche per le creme antirughe (appena lanciate da P&G con il marchio Olay).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it