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Le rughe? Pazienza!, dal Giappone il trend wabi-sabi, elogio della bellezza imperfetta

Report Euromonitor, imperfezioni e decadenza da accettare, rimedi beauty semplici e olistici

Una donna non più giovane foto iStock.

Redazione Ansa

Combattere le rughe è uno slogan che piace sempre meno alle donne, che forse iniziano a stancarsi di puntare alla perfezione. Mentre lui si preoccupa ancora per la perdita dei capelli e per le performance sotto le lenzuola, le donne iniziano a rilassarsi. Al gentil sesso interessa di più combattere lo stress per riappropriarsi di sé, distaccarsi dalla chimera di una perfezione irraggiungibile e puntare al benessere, anche quando si tratta di avere cura della pelle, da realizzare in modo anticonsumistico (bando agli sprechi) e autosufficiente (con rimedi naturali).
La bellezza femminile scende a patti con la realtà? Inutile accanirsi per liftare e camuffare il proprio aspetto, meglio un pizzico di saggezza e optare per rimedi semplici, naturali e do it youself. Le imperfezioni e la decadenza fanno parte della vita secondo il punto di vista ‘wabi-sabi’ che corrisponde alla visione del mondo giapponese, o estetica, fondata sull'accoglimento della transitorietà delle cose e che ora sta conquistando il mondo occidentale. Lo attesta il market research provider Euromonitor International in un nuovo report presentato al Cosmoprof, la fiera internazionale leader dell’industria cosmetica alla Fiera di Bologna (14-18 marzo) . 
Il concetto wabi-sabi piace molto in occidente e, dopo aver contagiato molti campi industriali nelle metropoli europee che dettano i trend, come Londra e Parigi, è la volta dell’Italia. L'elogio della bellezza imperfetta e della semplicità ha contaminato la moda che punta, più che allo shopping compulsivo, alla scelta di pochi capi, semplici e meditati, per non ingolfare più gli armadi ed evitare sprechi. Contagia il design che punta a forme essenziali, semplici, fatte di materiali grezzi originali e invade il mondo dell’estetica. Il wabi-sabi insegna ad esercitare il distacco dall'idea di perfezione assoluta e, sottolineano gli analisti Euromonitor: “fa riscoprire una bellezza nella sua forma più naturale, spontanea, semplice, in un momento storico che vira verso un’etica anti-consumistica in chiave ‘build it yourself’ cioè di impegnarsi in prima persona per rispettare l’ambiente e adottare uno stile di vita salutare, puntando alla prevenzione”.
Il 27% delle donne fra i 45 e i 59 anni, che in teoria dovrebbero essere le più preoccupate per i segni dell’invecchiamento e le rughe, vuole prodotti cosmetici che rendano la pelle più in salute e pulita. Dal report emerge inoltre che oltre il 50% dei consumatori associa alla parola ‘beauty’ l’idea di sentirsi bene, il 50% punta all’igiene e alla pulizia, il 40% avere fiducia in sé, il 38% essere presentabili e apparire al meglio, il 30% accettarsi. Solo il 25% pensa che bellezza corrisponda ad apparire più giovani.
Nel mondo lo scorso anno sono stati spesi 2.6 miliardi di dollari per integratori alimentari per il benessere femminile con un incremento del 62% rispetto all’anno 2016. I più gettonati sono quelli a base di prebiotici e proteine per il benessere dell’intestino (le cui vendite salgono del 10% in 4 anni).

 Il 26% dei consumatori ha un approccio olistico e il 13% preferisce prodotti di bellezza naturali. Vorrebbe rimedi privi di sostanze chimiche e additivi, senza OGM, organici, rispettosi dell’ambiente, vegani al 100%, biodinamici ma anche con etichette che dicono tutto sulla filiera produttiva e la tracciabilità degli ingredienti. Il 19% dei consumatori, inoltre, sceglie cosmetici la cui efficacia è stata provata. 

In aumento i rimedi beauty di stampo olistico e di antica tradizione per un ritorno alle proprie origini, creme e maschere da notte per riposare meglio come quelle a base di cannabis rilassante, oltre a prodotti semplici a base di erbe per detergere e trattare la pelle, curare l’acne, prevenire la caduta dei capelli e incrementare un mood più calmo e rilassato. E l’uomo? Il report si conclude delineando che, in tutto il mondo, il 19% dei maschi è preoccupato per la caduta dei capelli ma soprattutto per il benessere sotto le lenzuola. A livello globale, nel 2018, le vendite di integratori per migliorare le prestazioni sessuali hanno raggiunto i 600 milioni di dollari con un incremento del 42% rispetto al 2013.

 

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