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Profumeria artistica, i marchi europei valgono 600 milioni

Indagine su cambiamenti settore, da nicchia a mercato globale

Redazione Ansa

Dalla nicchia al mercato globale. Il settore della profumeria artistica in Italia, che abitualmente viene definito 'di nicchia', è nel pieno di una radicale trasformazione, una fase di cambiamento strutturale (tanto da essere oggi definito di profumeria 'artistica e di ricerca') che lo pone di fronte a un bivio: "da una parte si intravedono straordinarie opportunità, dall'altra si profila il rischio di una perdita di identità e di crisi sistemica". Sono queste alcune delle considerazione della prima indagine economica del settore dell'osservatorio promosso da Pitti Immagine in occasione della fiera Fragranze e condotto da Hermes Lab in collaborazione con il centro ModaCult dell'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il primo risultato misura la dimensione del settore: i marchi europei realizzano sul mercato mondiale un fatturato complessivo (a prezzi wholesale) di circa 600 milioni di euro, quasi 1,3 miliardi di euro tradotti in prezzi al consumo, con tassi di crescita a due cifre negli ultimi cinque anni (in Italia tra il 2014 e il 2017 il dato è +20%). Alla crescita rapida è abbinato il cambiamento del settore, che ora vede "da un lato i marchi che seguono il posizionamento tradizionale, dall'altro alcuni marchi 'benchmark' della profumeria di nicchia che dopo l'acquisizione da parte dei grandi conglomerati della cosmesi e della moda hanno realizzato uno straordinario salto dimensionale", dice lo studio. Il primo dei gruppi strategici conta per meno della metà del mercato (47%) del fatturato dei marchi europei e si colloca a circa 280 milioni di euro. La parte restante è realizzata da un numero di marchi storici che a partire dagli anni 2000 sono stati acquisiti dai grandi conglomerati. Il risultato è un mercato fortemente concentrato (il 5% dei marchi realizza il 60% del fatturato), in cui solo il 10% delle imprese ha un fatturato superiore ai 5 milioni di euro (il 70% ha meno di 1 milione di euro di fatturato), e il rischio che l'ampia disponibilità nei canali distributivi possa diluire l'identità e l'unicità dell'offerta.

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