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Raccontare cambiamento clima, corso Uninettuno per giornalisti

Presentata la nuova edizione, 'Serve narrazione specializzata'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 05 MAR - Un percorso accademico breve dedicato ai professionisti dei media sulle tematiche del cambiamento climatico, gratuito per i giornalisti. L'università Telematica Internazionale Uninettuno ha presentato con un workshop nella sede Spazio Europa David Sassoli, a Roma, la nuova edizione 2024 di Reporting Climate Change - Microcredential for International Journalists realizzata in partnership con la Copeam - Conferenza Permanente dell'Audiovisivo del Mediterraneo e il supporto del Ministero dell'Università e della Ricerca. Il corso è stato presentato, per la prima volta, l'8 dicembre scorso alla Cop28 di Dubai. Il progetto a partire da questa edizione 2024 rilascerà crediti universitari "ai giornalisti dell'audiovisivo per rafforzare le loro capacità di informare sul cambiamento climatico". Con Reporting climate change, inoltre, "gli operatori dei media pubblici dell'area del Mediterraneo allargato, compresi Medio Oriente e Nord Africa" possono "accedere a un percorso formativo accademico internazionale" che ha il fine "di certificare le loro competenze professionali sulle tematiche del riscaldamento globale attraverso lezioni mirate". "Per cambiamento climatico e sostenibilità urge una narrazione più consapevole e specializzata", viene sottolineato.
    Le lezioni - incentrate su temi come sostenibilità, efficienza energetica, comunicazione sulle questioni legate al cambiamento climatico - sono in modalità e-learning in lingua inglese, arabo e francese e da quest'anno anche in italiano. Nella sua prima edizione del 2021, realizzata in collaborazione con Bei, il progetto formativo ha coinvolto oltre 60 giornalisti provenienti da Bulgaria, Romania, Kosovo, Slovenia, Serbia, Grecia e Croazia per l'area balcanica; Marocco, Egitto, Giordania, Tunisia, Algeria, Libano, Palestina per l'area mediorientale e nordafricana, Kenya, Uganda e Camerun per l'area subsahariana.
    "È un progetto che si lega a quella che è la mission Uninettuno che da sempre ha cercato di rispondere al bisogno formativo di una umanità completamente cambiata. Che non solo ha problemi che riguardano l'ambiente ma anche quelli che internet ci pone: le fake news e le fake conoscenze. Come università non possiamo stare zitti, i contenuti sulla nostra rete hanno nome, cognome e pubblicazioni". A dirlo nel corso del suo intervento è la rettrice di Uninettuno, Maria Amata Marito. "L'informazione sulle problematiche ambientali le danno i giornalisti - prosegue - dobbiamo creare un sistema di informazione che venga garantito per la qualità della formazione che viene data ai giornalisti".
    Secondo l'europarlamentare Beatrice Covassi intervenuta, tra gli altri, al workshop, "l'informazione e la narrazione mediatica sono cambiate negli ultimi anni". "Ora - sottolinea - ha preso piede una narrazione dicotomica o a favore dell'ambiente oppure si parla di ecofollie". Ed è per questo che "serve una narrazione più equilibrata dove l'informazione gioca un ruolo cruciale".
    Di formazione parla poi il presidente Esgr, Francesco Rutelli.
    Questa è necessaria "per chi fa informazione, per le imprese, verso i Paesi a noi vicini dove l'interscambio umano è prezioso, per i nuovi lavori tecnologici, per la manutenzione del nostro patrimonio comune". Per l'ex sindaco di Roma "su questo si fa la differenza ed è dove il tema della sostenibilità atterra anziché rimanere sottoterra".
    "La sfida è creare una narrazione seria approfondita e non episodica e deontologicamente rigorosa. L'obiettivo può essere raggiunto dando ai giornalisti le opportunità di studio e intensificando il dialogo tra media e comunità scientifica". A dirlo nel corso del suo intervento è il segretario generale Copeam, Claudio Cappon. "Il giornalismo deve attingere a una comunicazione competente e professionale - prosegue - ma deve attingere a ogni linguaggio che può rendere più efficace il messaggio". (ANSA).
   

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