Tavoli della Legalità

A scuola nel Trevigiano 'L'eredità di Falcone e Borsellino'

Una mostra fotografica itinerante per parlare di mafie

Redazione Ansa

(ANSA) - TREVISO, 22 APR - Una dozzina di pannelli che riportano ciascuno una serie di fotografie, accompagnati da testi di ricostruzione storica e sociale del momento al quale le immagini si riferiscono e, sotto, due sagome grigie dal profilo inconfondibile.
    Sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in una foto passata ormai alla storia che li ritrae rilassati in uno dei corridoi di Palazzo di Giustizia di Palermo, quando l'Italia vedeva nei due magistrati la principale reale speranza di vittoria sulla mafia.
    Iniziata il 15 aprile, la mostra itinerante "L'eredità di Falcone e Borsellino" sarà visitabile nell'aula magna dell'Istituto superiore "Antonio Scarpa", di Motta di Livenza (Treviso), in cui si è svolta l'inaugurazione alla presenza, tra gli altri, di Alfredo Morvillo, ex magistrato e fratello di Francesca, moglie di Falcone e morta con lui nell'attentato di Capaci il 23 maggio 1992.
    Meno di due mesi dopo, il 19 luglio, Cosa Nostra ucciderà anche Paolo Borsellino nella strage di via D'Amelio, avviando una delle fasi più conflittuali tra criminalità organizzata e Stato.
    Con le attività di repressione esercitate nei decenni successivi, ha evidenziato Morvillo, nel suo intervento, anche grazie alla tecnologia oggi a disposizione degli inquirenti, "lo Stato ha pagato in modo eccellente il proprio debito nei confronti dei familiari delle vittime di mafia. Adesso ciò che è necessario è un salto culturale. E' inutile che la gente partecipi alle commemorazioni per dire che la mafia fa schifo - ha aggiunto il cognato di Falcone - se a questo non si accompagna una reale attività di contrasto quotidiano sul campo etico".
    L'iniziativa in corso nella sede scolastica di Motta di Livenza, che utilizza materiale fotografico proveniente esclusivamente dagli archivi dell'ANSA, si inserisce in un progetto di promozione della legalità e della pace come bene comune irrinunciabile finalizzata all'ampliamento e al miglioramento dell'offerta formativa. "Tutti gli esseri umani - si legge nell'incipit del programma assegnato agli studenti coinvolti - nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".
    Oltre alla trasmissione delle conoscenze di base sulle origini e la diffusione del fenomeno mafioso e dei principali provvedimenti legislativi di contrasto, il progetto della scuola trevigiana punta a mettere in luce le trasformazioni della mafia, il suo ruolo imprenditoriale e le infiltrazioni nel tessuto sano del paese. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it