(ANSA) - ROMA, 27 SET - "Siamo molto preoccupati che la lotta
alla mafia sia finita confinata in un probabile decreto
sicurezza che investe gli argomenti i più disparati, mentre la
lotta alle organizzazioni criminali dello spessore di "cosa
nostra" , con il ripristino totale del 41 bis, di una nuova
legge sui collaboratori di giustizia, della lotta all'evasione,
dell'allungamento dei termini di prescrizione dei reati, con un
uso delle intercettazioni sempre più ampie, andrebbe combattuta
una volta per tutte con grande impegno in un capitolo a parte e
prioritario". A sostenerlo è Giovanna Maggiani Chelli
Presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della
stage di via dei Georgofili. "Ciò non toglie che la formula
sulla vendita a privati dei beni della mafia, con un ricavato
altissimo per questo Paese e i suoi cittadini e destinato
finalmente al risarcimento reale dei danni alle vittime di
mafia, è qualcosa che noi vediamo bene da sempre", prosegue.
"Ci sono stati Prefetti illuminati, Commissari del Fondo 512
legge del 1999 per le vittime di mafia, con i quali noi abbiamo
partecipato anche a incontri presso il Ministero dell'Interno
e al Sud dell'Italia, i quali avevano capito quale montagna di
soldi può portare la vendita dei beni confiscati alla mafia da
destinarsi alle esigenze del Paese tutto, proprio rispetto ai
danni fatti dalle organizzazioni mafiose. Non accettiamo il
ragionamento secondo cui la vendita a privati dei beni
confiscati ai mafiosi possa far correre il rischio che siano
ricomprati dalla mafia. Uno Stato non può e non deve fare questo
ragionamento o la sua forza davanti al crimine organizzato
davvero sarebbe debole. Se un mafioso si ricompra uno dei suoi
beni lo Stato deve essere in grado di riconfiscarlo subito anche
con guadagno, altre legislazioni meno "spaventate" davanti alla
mafia lo fanno", conclude la presidente.
(ANSA).
Ass.vittime,lotta mafia no in Dl Salvini
Maggiani Chelli, favorevoli a vendita a privati dei beni mafia