Dalle Regioni

Antimafia dedica relazione a figura Livatino

Relatori Grasso e Cantalamessa. Desecretati alcuni documenti

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 18 MAG - "Dai provvedimenti del giudice Livatino appare nitida la sua profonda conoscenza del fenomeno mafioso e ciò nonostante il fatto che, all'epoca in cui aveva svolto funzioni inquirenti in un territorio, come quello agrigentino, dove operavano diverse consorterie criminali, non avesse potuto contare sull'ausilio delle informazioni dei pentiti. Il contributo di questi ultimi avrebbe agevolato, anche in quel territorio, la ricostruzione delle connotazioni strutturali, degli assetti gerarchici e delle dinamiche interne ed esterne, nonché delle strategie e del modus operandi delle cosche, ma il contesto socio - culturale nel quale egli viveva e lavorava, particolarmente ostile, omertoso e poco incline al fenomeno del pentitismo non favoriva alcuna forma di collaborazione con la giustizia". E' quanto si legge nella Relazione Livatino messa a punto dal XX Comitato della Commissione parlamentare antimafia, che oggi pomeriggio verrà approvata.
    "La sua profonda conoscenza della provincia agrigentina ed in particolare della cittadina di Canicattì ove egli viveva con i genitori - scrivono i relatori, l'ex procuratore nazionale antimafia Grasso e l'on Cantalamessa - il suo attento studio e rigoroso approfondimento delle vicende che gli venivano sottoposte, quale traspare dalla lettura dei provvedimenti da lui vergati a mano, uniti al suo essere un giudice estremamente accorto e competente, gli consentivano di comprendere a fondo il significato delle vicende che doveva giudicare. Ma era il suo ben noto coraggio di assumere decisioni adeguate alla realtà che era chiamato a valutare a renderlo un avversario estremamente temibile ed infatti fortemente avversato dalle organizzazioni criminali che in quel territorio operavano". La Commissione antimafia ha reso liberamente consultabili alcuni provvedimenti adottati dal Magistrato Rosario Angelo Livatino dall'avvio della sua carriera fino al giorno della sua uccisione. Il magistrato è stato beatificato il 9 maggio scorso. (ANSA).
   

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