(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Sono 777 soggetti diversi impegnati
nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità
organizzata, ottenuti in concessione dagli enti locali, in ben
17 regioni su 20. I dati li ha raccolti l'azione territoriale
della rete di Libera in una indagine dal titolo "BeneItalia".
Emerge che poco più della metà delle realtà sociali è costituito
da associazioni di diversa tipologia (408) mentre le cooperative
sociali sono il 25% (189). Tra gli altri soggetti gestori del
terzo settore, ci sono 9 associazioni sportive dilettantistiche,
27 associazioni temporanee di scopo, 10 consorzi di cooperative,
48 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas),
21 fondazioni, 13 gruppi dello scoutismo ed infine 13 istituti
scolastici di diversi ordini e gradi.
La regione con il maggior numero di realtà sociali che
gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 204
soggetti gestori, segue la Lombardia con 151, la Campania con
124, la Calabria con 110 seguita dalla Puglia con 71 e il Lazio
con 46.
Numeri che dimostrano come questo strumento così importante
nel contrasto culturale e sociale alle mafie ed alla corruzione,
abbia generato un moltiplicatore di iniziative per la promozione
educativa, la creazione di forme di economia solidale e di
lavoro degno e per l'accoglienza delle persone più fragili ed
emarginate.
Complessivamente secondo i dati dell'Agenzia nazionale per
l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e
confiscati alla criminalità organizzata sono 15.565 i beni
immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice
antimafia e sono invece in totale 16.874 gli immobili ancora in
gestione ed in attesa di essere destinati.
"Dalla ricerca - commenta Davide Pati, vicepresidente nazionale
Libera - si evidenziano i risultati positivi della legge
n.109/96 oggi sempre di più presa a modello da diversi Paesi
europei e dell'America Latina. Ma per risolvere le criticità che
ancora rallentano oppure ostacolano la destinazione dei beni per
le finalità istituzionali e sociali risulta necessario un cambio
di passo, a partire dal rafforzamento della capacità di gestione
da parte delle Amministrazioni statali, regionali e comunali,
aumentando senza ritardi il personale e le professionalità
dell'Agenzia nazionale. Nel 23mo anniversario della legge
n.109/96 auspichiamo, infine, la concreta attuazione della
strategia nazionale di valorizzazione pubblica e sociale dei
beni confiscati attraverso le politiche di coesione (pubblicata
ieri in gazzetta ufficiale), dei provvedimenti a tutela dei
lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate e l'effettiva
estensione della confisca e del riutilizzo sociale dei beni
tolti ai corrotti ed alla criminalità economica e finanziaria".
Per far conoscere e mettere in rete le esperienze di riutilizzo
già presenti, Libera lancia fino al 21 marzo, XXIV Giornata
nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime
innocenti delle mafie, le iniziative territoriali dove i beni
confiscati restituiti alla comunità saranno luoghi di memoria e
di impegno.
(ANSA).
Beni confiscati, gestiti da 777 soggetti
Studio Libera, 15 mila beni destinati, oltre 16 mila in attesa