(ANSA) - ROMA, 20 FEB - "Oggi sono stato convocato dai
Carabinieri di Bivona: mi è stato notificato un documento con il
quale venivo messo al corrente che la misura di protezione
consistente nella tutela - della quale per mia scelta non
usufruivo dal 9 aprile 2017 - è stata revocata. È stata
predisposta una scadenza per la vigilanza generica, cioè il
passaggio dei carabinieri sotto casa mia, fissata per il 30
settembre 2019. Inoltre le telecamere installate attorno a casa
mia, monitorate fino ad ora dai carabinieri, verranno rimosse".
A raccontarlo è il testimone di giustizia siciliano Ignazio
Cutrò, presidente dell'Associazione dei testimoni di giustizia.
"Già il 9 aprile 2017 - racconta Cutrò - avevo deciso di non
salire più su un'autovettura dello Stato per la mia protezione.
Questo perché proprio in quella data erano stati lasciati da
soli i miei familiari, togliendo loro la protezione. Così ho
deciso di fare da esca alla mafia, salvaguardando i miei
familiari. Sono uscito allo scoperto, con un cerchio rosso sulla
schiena: se la mafia vuole colpirmi deve prendere me e non la
mia famiglia".
"Mi hanno revocato le misure speciali di protezione previste
per i testimoni di giustizia poiché - fortunatamente - negli
ultimi mesi non ci sono state minacce. Ma secondo voi la mafia
dimentica? - si chiede Cutrò - O aspettava proprio questo, come
preannunciato nelle intercettazioni venute fuori dall'operazione
'Montagna?' Appena pochi mesi fa infatti alcuni indagati per
reati di mafia, nel corso di una discussione intercettata dai
carabinieri tramite microspie, immaginavano proprio il momento
in cui mi avrebbero tolto la scorta. Ed oggi mi viene tolta la
protezione".
(ANSA).
Testimone giustizia, revocata protezione
Presidente Associazione, ma da intercettazioni sono in pericolo