(ANSA) - ROMA, 03 NOV - Divise nella vita, ma unite nella
prevenzione delle malattie e nella ricerca del proprio benessere
psicofisico. A tutte le donne presenti negli istituti
penitenziari - alle poliziotte che prestano servizio e alle
detenute che scontano la loro pena - è rivolto il protocollo
d'intesa fra Atena Donna e Dipartimento dell'Amministrazione
Penitenziaria, sottoscritto dalla Presidente della onlus, Carla
Vittoria Maira, e dal Provveditore regionale di Lazio, Abruzzo,
Molise e Campania, Carmelo Cantone.
Il progetto #Liberalamente prevede l'organizzazione di una serie
di incontri di volontariato sanitario da tenersi mensilmente
all'interno degli istituti e delle sezioni femminili delle case
circondariali e di reclusione e destinati, appunto, a tutte le
donne presenti nelle strutture delle quattro regioni.
Medici e specialisti affronteranno con loro, di volta in volta,
temi riguardanti la prevenzione e i trattamenti di varie
patologie femminili e, in generale, percorsi di attenzione per
favorire il benessere personale e la salute. Si partirà dagli
istituti del Lazio dove, da metà novembre, partiranno gli
incontri mensili con lo psicoterapeuta Salvo Noè.
"Parte un progetto pensato esclusivamente al femminile -
sottolinea Bernardo Petralia, Capo del Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria - e che all'interno degli
istituti penitenziari si rivolgerà complessivamente a circa
6.500 donne, corrispondenti al 4% della popolazione detenuta e
al 12% del personale di Polizia Penitenziaria. È un percorso
fortemente sostenuto dalla Ministra Marta Cartabia e che mette
al centro, senza barriere, la ricerca del benessere di tutte le
donne, che ogni giorno si trovano a coabitare all'interno delle
nostre carceri".
"Durante il complesso periodo che abbiamo vissuto con il
lockdown, perdendo la nostra quotidianità - dice Carla Vittoria
Maira, presidente della onlus Atena Donna - abbiamo percepito la
limitazione dello spazio e della libertà e questo ci ha fatto
riflettere su quanto queste sensazioni possano essere esasperate
per le donne che vivono quotidianamente questa condizione.
Quindi abbiamo pensato di sostenerle con questo progetto
realizzato in collaborazione con il DAP. Anche ispirate dalle
parole di Papa Francesco, quando sostiene che bisogna fare in
modo che la pena non comprometta il diritto alla speranza, e che
mentre si rimedia agli sbagli del passato, non si può cancellare
la speranza nel futuro". (ANSA).
Carceri: Dap e Artena per salute donne in istituti
Sottoscritto oggi un protocollo d'intesa