Tavoli della Legalità

Attiva-Mente, progetto Ciai per affrontare il disagio giovanile

In rete ragazzi, famiglie, operatori e insegnanti

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 21 APR - Un lavoro di squadra, un'azione su più fronti, la costruzione di una rete: questa la strada scelta da Ciai-Centro Italiano Aiuti all'Infanzia, per affrontare una delle emergenze sociali e sanitarie più impellenti oggi in Italia: il disagio psico emotivo dei giovani. Nasce così il progetto "Attiva-Mente Percorsi in rete" che l'organizzazione realizza con il finanziamento di Fondazione Cariplo e che coinvolgerà ragazzi e ragazze, operatori, famiglie, insegnanti.
    Il progetto sarà portato avanti in collaborazione con Associazione Contatto e l'Università Bicocca di Milano. La rete del progetto - informa una nota - è costituita da alcune realtà milanesi: il Centro Psico Sociale Cps Giovani (via Livigno), la Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza Npia dell'ospedale Niguarda e alcuni Istituti scolastici.
    "Il progetto si caratterizza proprio - spiega Daniela Russo, responsabile del Centro Psicologico ed Educativo di Ciai - per la creazione di una rete coordinata di attori pubblici e privati che lavoreranno insieme per la costruzione di un protocollo operativo che possa garantire la continuità dei percorsi di supporto psicologico, accelerare le risposte e renderle più adeguate alla situazione attuale post emergenza. Il lavoro che svolgeremo insieme ai servizi di neuropsichiatria e CPS giovani dell'Ospedale Niguarda ha lo scopo di potenziare e sperimentare strumenti di aggancio, di relazione, di cura durante il tempo dell'attesa precedente e durante la presa in carico formale dei minori".
    Il progetto intende coinvolgere: 270 ragazze e ragazzi studenti (6-18 anni), con bisogno di supporto psicologico legato all'isolamento e gli attacchi al corpo e/o in attesa per accedere ai servizi di neuropsichiatria; 225 famiglie coinvolte nelle diverse attività e servizi; 54 insegnanti ed educatori delle scuole della rete.
    L'ambito scolastico è stato ritenuto di estrema importanza nella definizione della strategia d'intervento, come spiega Paolo Limonta, presidente Ciaia ed insegnante: "I nostri figli e le nostre figlie trascorrono moltissimo tempo a scuola e spesso proprio in questo ambito manifestano i loro disagi. Per questo è importante offrire agli insegnanti strumenti utili ad intercettare, fin dai primi segnali, le loro difficoltà, dai casi di isolamento sociale agli attacchi al corpo, così come i comportamenti disfunzionali in classe, con docenti o con i pari.
    Gli insegnanti potranno così non solo dare risposte efficaci a contenere la situazione, ma anche - conclude - attivare la rete per il supporto e l'eventuale segnalazione alla famiglia indirizzandola verso i servizi più adeguati".
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