(ANSA) - NAPOLI, 26 SET - Un tunisino condannato a 8 anni per
terrorismo islamico voleva acquistare 5 kalashnikov da un ex
affiliato al clan dei Casalesi, poi diventato collaboratore di
giustizia che si rifiutò di vendere le armi. E' quanto emerge
dalle motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Napoli
che nello scorso giugno ha confermato la tesi accusatoria del pm
nei confronti di Mohamed Kamel Edine Khemiri. Della vicenda
riferiscono Il Mattino ed il Corriere del Mezzogiorno.
"Le armi - aveva detto ai magistrati il collaboratore di
giustizia, Salvatore Orabona - non le ho voluto dare a quelle
persone". La vendita fu portata a termine solo per alcune auto.
Il tunisino era stato prima arrestato e poi scarcerato per
falsificazione di documenti. Dopo il primo arresto, Orabona vide
la sua foto sui giornali e lo riconobbe. Il rifiuto, secondo
quanto scritto dai giudici nella motivazione, sarebbe nato dal
fatto che Orabona avrebbe "compreso i gravi scopi illeciti per i
quali potevano essere utilizzati i kalashnikov".
No a terrorista che chiese kalashnikov
Tunisino condannato a 8 anni incontrò affiliato clan Casalesi