Rubriche

Scuola: studenti, troppo stress da interrogazioni

Sondaggio Uds che chiede più attenzione al benessere psicologico

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 14 MAR - Gli studenti chiedono maggiore attenzione alla loro salute psicologica e domani il network studentesco 'Chiedimi Come Sto' sarà in piazza a Roma davanti al Ministero della Salute sul Lungotevere alle 15:00 e davanti le scuole e le università di tutto il Paese. Sono previsti flash mob e assemblee a Milano, Palermo, Genova, Padova e molte altre città.
    Nel dicembre scorso l'Unione degli Studenti ha svolto un'inchiesta studentesca, su un campione di 3651 studenti, dalla quale emerge che la valutazione scolastica è considerata una delle cause di stress e ansie principali a scuola, 9 studenti su 10 infatti affermano di provare stress e/o ansia prima di verifiche scritte o orali. Un dato ancor più preoccupante riguarda gli attacchi di ansia, di panico o vomito prima di interrogazioni o verifiche scritte: il 63% di studenti afferma di aver avuto questi effetti almeno una volta durante la propria carriera scolastica.
    Per l'83% degli intervistati, poi, una valutazione, positiva o negativa che sia, determina l'umore per il resto della giornata. Otto su dieci dicono di sentirsi giudicati negativamente dopo aver presi voti bassi; ad uno studente su tre è accaduto che la valutazione negativa sia stata utilizzata come strumento punitivo per un comportamento avuto in classe.
    Non si può però attribuire colpe solo al sistema di valutazione: quasi 6 studenti su 10 (57,7%) affermano di provare ansia anche quando non sottoposti alla valutazione.
    Non solo, più di uno studente su due (53,8%) afferma che oltre agli impegni scolastici non gli è possibile coltivare i propri interessi.
    Dall'inchiesta emerge inoltre una scarsa attenzione dell'istituzione scolastica alla salute mentale delle studentesse e degli studenti. Infatti nell'83% dei casi non sono mai state organizzate attività o momenti di consapevolizzazione sul tema del benessere psicologico.
    Solo un intervistato su tre afferma che i propri docenti si preoccupano del loro benessere psicologico e che li mettono a proprio agio. Il supporto ai propri malesseri viene invece individuato nei propri compagni di classe da sei studenti su dieci.
    Nella stragrande maggioranza dei casi (90%) i ragazzi affermano che a scuola c'è una psicologa o uno psicologo.
    Per quanto riguarda la frequenza in cui è presente la figura professionale la maggior parte dei rispondenti non sa rispondere (65,6%), coloro che affermano che il servizio è presente tutti i giorni sono solo il 3,1%.
    Gli studenti criticano l'obbligatorietà di farsi autorizzare dai genitori per accedere allo sportello psicologico che in molti casi blocca la volontà di rivolgersi ad un professionista. Solo il 12,5% dei giovani intervistati si sono rivolti allo sportello psicologico almeno una volta. "Non solo la pandemia, la scuola deve ripensarsi - dice Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti - Il modello scolastico attuale provoca ansia e stress anche nelle situazioni di normalità. Del resto già i dati Ocse del 2017 già segnalavano la scuola italiana tra le più stressanti d'Europa". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it