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Atenei:psicologi, da governo solo parole

10 mila psicologi protestano contro modifiche esame abilitazione

Redazione Ansa

(ANSA) ROMA, 20 LUG - "Il governo Conte continua a non dare risposte concrete agli oltre 10mila psicologi che da mesi protestano contro le modifiche all'esame di abilitazione professionale introdotte a causa dell'emergenza covid.
    Cambiamenti che non fanno altro che rendere caotico, disomogeneo e sostanzialmente ingiusto questo passaggio fondamentale per l'ingresso nel mondo del lavoro. L'ultimo tentativo di mediazione con Alessandro Goracci, capo di Gabinetto del Governo Conte, si è concluso mercoledì 15 luglio senza alcun risultato: il Consiglio dei Ministri infatti ha deciso di non inserire alcuna modifica all'attuale modalità di esame all'interno del prossimo Dpcm". Così Davide Pirrone e Patrick Fabbri, responsabili del Movimento spontaneo di protesta nato nelle ultime settimane. "Tutto ciò che abbiamo ottenuto è stato un documento con alcune linee guida non vincolanti presentato dall'Ordine degli Psicologi e seguito da una nota del Ministero che invita gli atenei ad attenervisi. Eppure queste linee guida al momento vengono in larga parte ignorate: ciascun ateneo ha la piena discrezionalità sulla modalità di svolgimento e valutazione degli esami, ma in questo modo emergono differenze troppo radicali, la valutazione non è più uguale per tutti e un'adeguata preparazione risulta impossibile. Il governo ci ha illuso con annunci e parole per poi abbandonarci, ma la sessione di esame iniziata giovedì (il 16 luglio) sta dimostrando che i nostri timori erano reali e che le criticità segnalate si stanno verificando. La nostra proposta - aggiungono - era quella di equiparare il tirocinio professionalizzante all'esame di Stato, anche perché, dopo il decreto Lorenzin del 2018, la Psicologia ha acquisito a tutti gli effetti lo status di professione sanitaria. Ci è stato risposto che la cosa non è possibile e nessuno sembra volerci ascoltare. Ci sentiamo abbandonati dal governo e dalle istituzioni che stanno sminuendo la nostra dignità professionale" concludono. (ANSA)

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