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Delitto mafia, Mario e Giuseppe Francese

Anteprima a Palermo per la fiction in onda domenica su Canale 5

Redazione Ansa

(di Francesco Nuccio) (ANSA) - PALERMO, 19 GEN - Un lungo e commosso applauso ha accompagnato i titoli di coda dell'anteprima, presentata ieri sera a Palermo, della fiction tv "Delitto di mafia. Mario Francese", che andrà in onda domenica 21 gennaio in prima serata su Canale 5. Si tratta del secondo appuntamento della serie televisiva "Liberi sognatori", prodotta da Pietro Valsecchi per la Taoduefilm, che è stata aperta domenica scorsa dal film A testa alta" dedicato a Libero Grassi e che proseguirà con le storie di Emanuela Loi e Renata Fonte.
    Quattro figure emblematiche della cronaca, tra gli anni '70 e '90, diventate il simbolo di un Italia civile che resiste. Come Mario Francese, cronista di giudiziaria del "Giornale di Sicilia", ucciso dalla mafia per le sue inchieste la sera del 26 gennaio 1979. Un delitto che aprì la stagione feroce in cui Cosa Nostra puntò al cuore dello Stato uccidendo i più significativi rappresentanti delle istituzioni in Sicilia. Ma la fiction è dedicata anche al figlio di Mario Francese, Giuseppe, che era bambino quando il padre cadde sotto i colpi del killer Leoluca Bagarella e che dedicò tutta la sua vita alla ricerca della verità e alla condanna di tutti colpevoli. Fino a un drammatico epilogo: la decisione di togliersi la vita il 3 settembre del 2002, una settimana prima di compiere 36 anni. All'anteprima della fiction, che è stato anche l'ultimo lavoro al quale ha preso parte l'attore Luigi Maria Burruano recentemente scomparso, hanno partecipato i protagonisti Marco Bocci, Claudio Gioè e Romina Mondello, il regista Michele Alhaique e il produttore Pietro Valsecchi. In sala erano presenti anche i figli di Francese, Giulio, pure lui giornalista, Fabio e Massimo, visibilmente commossi. La fiction restituisce infatti in modo magistrale la figura a tutto tondo di un giornalista di razza come Mario Francese, interpretato da Claudio Gioè, che per primo raccontò l'ascesa criminale dei corleonesi e i loro interessi economici legati agli appalti per la diga Garcia. Ma nello stesso tempo descrive in tutte le sue sfaccettature più profonde, grazie anche alla straordinaria interpretazione del giovane Marco Bocci, la figura di un figlio al quale è stato strappato con violenza l'affetto del padre e che decide di conoscerlo attraverso gli articoli che scriveva e di onorarne la memoria nel modo più nobile. "Quella di Mario e Giuseppe Francese è una storia di dignità, non di eroismo" ha sottolineato Claudio Fava, che ha collaborato alla sceneggiatura del film mentre il sindaco Leoluca Orlando ha sottolineato che "se oggi la mafia non governa più Palermo dobbiamo dire grazie a uomini come Mario Francese". (ANSA).
   

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