(ANSA) - ROMA, 17 APR - Dal 26 aprile si torna in classe:
tutti i ragazzi nelle zone gialle e arancioni siederanno ai loro
banchi; nelle zone rosse torneranno tutti a scuola fino alla
terza media - nell'ultimo provvedimento era previsto fino alla
prima media - e i più grandi frequenteranno con percentuali tra
il 50 e il 75%. Il premier Draghi ha confermato l'attenzione
alla scuola, al centro dei suoi ragionamenti fin dall'inizio del
mandato, anticipando la data del rientro, previsto, secondo le
prime ipotesi, per il 3 maggio. Il Governo vuole che anche i
ragazzi delle superiori, che quest'anno sono stati i più
penalizzati sul fronte della presenza, concludano l'anno
scolastico in classe. Sulla stessa linea di Draghi, le parole
del ministro della Salute Speranza, per il quale "il governo
ritiene la scuola architrave della società" e per questo il
'tesoretto' accumulato in queste settimane, sul fronte dei
minori contagi, viene speso, ancora una volta, proprio sul
fronte della scuola. Anche l'università prevede progressive, ma
caute, riaperture da maggio: si intensificheranno lezioni,
sessioni di esami e di laurea che si terranno in presenza ma si
terrà conto di una combinazione di fattori (personale vaccinato,
contagi nell'area ecc) e saranno come sempre gli atenei, nella
loro autonomia, a prendere le decisioni su come e quanto
riaprire. Per il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, "la
scelta del Governo è chiara: la scuola è una priorità nella sua
azione. Ed è centrale nella vita del Paese, così come lo sono le
prossime settimane nel percorso delle nostre studentesse e dei
nostri studenti, in particolare di quelli che si apprestano a
sostenere gli Esami di fine ciclo". Soddisfatti i due
sottosegretari Barbara Floridia (M5S) e il leghista Rossano
Sasso: la prima, con il movimento pantastellato, da tempo chiede
un rientro di tutti gli studenti nelle loro classi; Sasso
assicura che nelle settimane che verranno bisognerà continuare a
lavorare sul fronte della messa in sicurezza degli istituti e
sul rafforzamento degli strumenti di monitoraggio e tracciamento
per tenere a freno i rischi di contagio. Critici sono i
dirigenti scolastici dell'Associazione presidi, per i quali
rimane aperto il nodo trasporti e non si è avuta soluzione in
tema di tamponi veloci. "Non so come si farà a realizzare le
condizioni" per il rientro, "con queste difficoltà mi sembra
problematico" riaprire tutte le scuole, dice il presidente di
Anp Antonello Giannelli. Molto perplesso anche il presidente di
Anp Lazio, Mario Rusconi per il quale la composizione di molte
classi nella capitale, soprattutto alle superiori, è troppo
numerosa, arriva a 30 alunni, e gli edifici sono molto antichi,
con locali piccoli che non permettono il distanziamento
adeguato. "Riteniamo davvero poco utile riaprire le scuole in
presenza a maggio- afferma anche Marcello Pacifico, presidente
nazionale Anief - specialmente in zona rossa e dopo la
sospensione delle vaccinazioni per un quarto del personale.
Capiamo la necessità di dare un segnale incoraggiante ai nostri
studenti ma non possiamo nascondere le forti criticità che
ancora avvolgono la didattica in presenza". Al momento è stato
vaccinato con la prima dose il 73% del personale scolastico e
universitario mentre solo l'1,35% ha ricevuto anche la seconda
dose. Il segretario della Uil Scuola Pino Turi ipotizza, "pur di
mettere insieme i tanti tasselli, classi, organici, edifici,
dispositivi, trasporti, un rientro nazionale il 1 ottobre, con
tutti gli insegnanti in cattedra e gli alunni in sicurezza". Ed
è probabile che gli scrutini scolastici vengano anticipati al
1giugno, una settimana prima della fine delle lezioni (ANSA).
Tutti in classe tranne in zona rossa, anche negli atenei
Dal 26 aprile. Presidi e sindacati, nodi tamponi e trasporti