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Laboratori di cucina nel carcere di Rebibbia

I corsi coinvolgono 30 detenuti che conseguiranno un diploma

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Riscatto sociale, integrazione, dignità, formazione e apprendimento di un mestiere per trovare lavoro una volta scontata la pena detentiva. L'istituto alberghiero A. Vespucci di Roma e Coop-Unicoop Tirreno sono i promotori di laboratori di cucina che coinvolgono 30 donne e uomini, detenuti nella Casa circondariale femminile e la casa di reclusione maschile dell'Istituto penitenziario di Rebibbia, a Roma.
    Il progetto è stato presentato in una conferenza stampa tenutasi oggi a Roma nella biblioteca di Roma Capitale "Vaccheria Nardi", alla presenza di Stefano Anastasia, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Maria Donata Iannantuono, direttrice Casa di Reclusione Rebibbia Roma, Alessandro Reale, referente Istituto Alberghiero A. Vespucci, Fabio Brai, responsabile d'area soci Unicoop Tirreno, Massimiliano Umberti, presidente Municipio Roma IV. All'incontro hanno preso parte anche gli studenti e i docenti dell'Istituto alberghiero "A.
    Vespucci".
    Al momento è prevista la partecipazione ai corsi di cucina di circa trenta persone, che al termine del percorso, e a seguito di un esame, conseguiranno il relativo diploma utile per il reinserimento lavorativo. I docenti proverranno dall'Istituto Alberghiero, mentre Unicoop Tirreno fornirà i prodotti alimentari necessari allo svolgimento dei laboratori: frutta e verdura, pasta, farina, carne, pesce, uova, e tutto il necessario per mettersi ai fornelli e imparare la preparazione di sughi, pane, pasta, ricette tipiche, dolci, confetture.
    L'iniziativa è sostenuta dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, dall'Istituto penitenziario di Rebibbia e dal IV Municipio di Roma Capitale. (ANSA).
   

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