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Carceri: Dap-Fondazione Severino, Protocollo in favore detenuti

Per accompagnare chi esce dal carcere nel reinserimento

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 04 OTT - Un protocollo per accompagnare chi esce dal carcere nel reinserimento nella società che attraverso corsi di formazione, attività di supporto e sostegno a ricerche scientifiche si propone un obiettivo ultimo: incrementare quelle condizioni di esecuzione della pena, che si traducono in un crollo della recidiva. Il Ministero della Giustizia - col Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria - ha siglato con la Fondazione Severino un protocollo che si sviluppa in più direzioni, a partire - in via sperimentale - dagli istituti del Lazio. A firmarlo martedì 4 ottobre, nella sala Livatino del Ministero, la Guardasigilli Marta Cartabia, la Presidente della Fondazione "Severino" Paola Severino e il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi.
    Tra le iniziative previste, corsi di formazione teorico-pratica per detenuti ed ex detenuti, attivazione di sportelli di counseling, che siano un "punto di riferimento" per le persone detenute già durante la fase esecutiva della pena in vista del rientro nella società.
    Tra i campi d'azione anche la promozione di progetti specifici di ricerca sul lavoro in carcere, sull'efficacia delle misure alternative, sulla formazione del personale dell'amministrazione penitenziaria, oltre ad iniziative culturali per sensibilizzare l'opinione pubblica.
    "Questo protocollo è ricco di proposte e contenuti che hanno un orientamento chiaro: incontrare il detenuto nella fase dell'esecuzione penale con uno sguardo però già rivolto al dopo, alla fase del reinserimento sociale", ha commentato la Ministra Cartabia, che ha parlato di un protocollo "che accompagna chi esce dal carcere verso il ritorno nella società. Un'iniziativa così non può che nascere dalla sensibilità umana e professionale della professoressa Severino, che - da ministra della Giustizia - ha vissuto momenti di grave crisi nelle carceri, soprattutto per il sovraffollamento, da cui sono derivate occasioni di riforma a lungo termine. Occasioni come questa ci ricordano come proprio quando la pena raggiunge il suo scopo di reinserimento, si aumenta anche la sicurezza della società", ha sottolineato la Guardasigilli.
    "Lo scopo vero di questa iniziativa è la recidiva 0", conferma Paola Severino, presidente della Fondazione, che aggiunge: "il detenuto che sia educato nel suo percorso carcerario, al suo rientro nel mondo del lavoro non ricadrà nel reato, perché non avrà motivo di farlo. Se si aiuta un detenuto a trovare un lavoro decoroso e dignitoso, quel detenuto non ricadrà nel delitto e questo è un vantaggio per lo Stato".
    "Il carcere non può e non deve essere autoreferenziale ma deve aprirsi a contributi che la società è in grado di dare", ha aggiunto il capo Dap Carlo Renoldi - " Questo protocollo è una miniera di opportunità per la nostra Amministrazione ed è animato dall'idea di impegnarsi sul fronte dell'accoglienza e della formazione. Non c'è miglior investimento, per evitare la recidiva,che scommettere sulla possibilità di poter cambiare".
    (ANSA).
   

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