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Presentato 'Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma'

Temi delicati trattati con ironia e competenza

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 NOV - L'affido, le mille difficoltà che presenta, le gioie, le risate, i malumori: con garbo, competenza e ironia è stato presentato il libro "Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma. Cronaca di un affido sine die", un diario ironico, acuto e sempre sincero, che parla dell'irruzione di due sorelle preadolescenti all'interno di una famiglia serena e affiatata, formata da mamma, papà e un'unica figlia, anche lei preadolescente. La voce narrante è quella di una donna, che, dopo essersi occupata per anni, attraverso una associazione, di trovare una famiglia a tutti quei bambini che i servizi sociali definiscono "incollocabili" perche' troppo grandi di eta' , o malati o difficili, decide di fare il grande passo, intraprendendo il tortuoso ed emozionante cammino dell'affido familiare. Il passaggio dalla teoria alla pratica è tutt'altro che semplice e da questo momento nulla sara' piu' come prima: le due ragazze costringeranno la protagonista alla ricerca di sempre nuovi equilibri in un continuo alternarsi di emozioni. Tra i mille dubbi e tormenti che accompagnano le sue giornate, un'unica certezza: la sua scelta è per sempre e non si torna indietro.
    Il racconto è tratto da tante storie vere. Il libro contiene in appendice un Vademecum su come si diventa genitori affidatari e la Postfazione di Emilia Russo, presidente M'aMa-Dalla Parte dei Bambini, che pone l'accento sulla particolare forma di affido che e' il sine die. "Più del 65% degli affidi non finiscono mai - ha spiegato - ma l'affido sine die finisce per essere un pasticio, non tutela i diritti dei bambini, crea solo una grande confusione in tutti gli attori del progetto".
    L'autrice, Karin Falconi, mediatrice familiare e professional counselor, e' specialista nel sostegno alla genitorialita' affidataria e adottiva, responsabile del progetto AFFIDIamoci, vicepresidente dell'associazione M'aMa-Dalla Parte dei Bambini, piu' nota come La Rete delle MammeMatte. "Chi ha accolto va sostenuto - ha affermato tra le altre cose Karin Falconi, nel corso dell'incontro - perchè è un passo impegnativo e la scuola, i compagni, le famiglie, i vicini, tutti dovrebbero fare rete ma troppo spesso, purtroppo, non è così". Il libro, uscito nei giorni scorsi, è stato presentato a Roma al caffè letterario di via Ostiense, presenti numerose famiglie affidatarie o aspiranti tali della rete delle MammeMatte e tanti figli presi in affido, biologici o adottati. Sul palco anche le testimonianze toccanti di due giovanissimi di 17 e 18 anni, Renè e Stefano, che sono stati presi in affido 'grandicelli' e che hanno raccontato i loro percorsi, il loro vissuto, le difficoltà e l'amore che li lega alle famiglie affidatarie. 
    Per ogni copia venduta l'editore devolvera' 1 euro all'associazione M'aMa-Dalla Parte dei Bambini e l'autrice l'intero ricavato. (ANSA).
   

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