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Sedicenne si uccise: Pg, i genitori volevano annientarla

Ricorso contro sentenza appello che ha assolto la coppia

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 7 NOV - Finisce in Cassazione la drammatica storia di Rosita Raffoni, sedicenne che il 17 giugno 2014 si uccise gettandosi dal tetto di una scuola a Forlì. In primo grado i genitori, Roberto Raffoni e Rosita Cenni, furono condannati a 3 anni e 6 mesi per maltrattamenti. Ma la Corte di assise di appello di Bologna li ha assolti e contro questa sentenza ha ora presentato ricorso la Procura generale. Secondo la Corte "non può affermarsi che gli imputati abbiano sottoposto la figlia a un regime di vita sistematicamente vessatorio, lesivo della sua libertà e della sua personalità, tale da porla in uno stato di isolamento, soggezione, deprivazione affettiva e impedendole di vivere in modo naturale e sereno la propria adolescenza". Per il sostituto pg Valter Giovannini, invece, "da una oggettiva analisi di questa spaventosa vicenda si evince una volontà precisa di annientamento" delle "istanze provenienti dalla figlia, con continua svalutazione della sua personalità, delle sue naturali istanze di 16enne".
   

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