Istituzioni

Imprenditore in sciopero fame

Collabora con Dda Palermo e chiede status testimone giustizia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 2 LUG - Continua da un mese lo sciopero della fame di Angelo Niceta, l'imprenditore che ha iniziato questa forma di protesta per chiedere allo Stato risposte sulla sua protezione e sul riconoscimento dello status di testimone di giustizia come chiesto dai magistrati Nino Di Matteo e Pierangelo Padova della Dda di Palermo. Niceta da mesi collabora con i pm palermitani. Il "Comitato dei cittadini" che opera in suo sostegno ha dato vita ad un sit in nei giorni scorsi e raccolto 25 mila sottoscrizioni per una petizione in suo favore su change.org. "L'incertezza sul caso Niceta - dice oggi il deputato Pd Davide Mattiello, che in commissione Antimafia coordina il gruppo di lavoro sui testimoni di giustizia, i collaboratori e le vittime di mafia - è un favore alla mafia. Ho studiato le carte della vicenda che riguarda il signor Niceta, testimone per l'accusa in processi molto delicati e in corso di svolgimento come quello sui rapporti tra pezzi di Stato e Cosa Nostra aperto a Palermo. Ho intanto proposto l'acquisizione formale degli atti in Commissione Parlamentare Antimafia, perché alcune domande meritano una risposta urgente. Per quale motivo la Commissione Centrale ha a suo tempo mutato la qualificazione del Niceta da testimone di giustizia, a collaboratore, benché la DDA di Palermo nel fare la proposta lo avesse qualificato come testimone? Perché la Prefettura di Palermo, per quel che è dato a sapersi, non ha ritenuto fino a qui di determinare per il Niceta le misure ordinarie di protezione, come pure ipotizzato dalla Commissione Centrale stessa? Perché la DDA di Palermo non ha ritenuto fin qui di riformulare la proposta di inserimento del Niceta nelle speciali misure di protezione come testimone? Di certo la risposta a queste domande non potrà essere la mera parentela con soggetti imputati o condannati per mafia: sarebbe come dire che Rita Atria, perché figlia di Vito Atria e sorella di Nicola Atria, doveva essere considerata una collaboratrice e invece fu una testimone, la più giovane e coraggiosa tra le testimoni che la storia siciliana abbia consegnato al nostro Paese", conclude il deputato.(ANSA).
   

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