(ANSA) - ROMA, 18 APR - "Non esiste alcuno scontro tra le
procure di Roma e Napoli, né tantomeno esiste un caso 'procura
di Napoli'". A dirlo è il presidente dell'Anm, Eugenio
Albamonte, intervistato da Repubblica sull'inchiesta Consip
sulla quale il Csm deciderà se intervenire o meno. "Qui si
tratta - aggiunge - solo di un'indagine in corso a Roma a
margine della vicenda Consip che servirà a capire se quelli
riportati dai giornali sono errori o casi di infedeltà di un
ufficiale". "I fatti in sé, se fosse dimostrata un'intenzione
maliziosa da parte di quell'ufficiale, sarebbero gravi e non
certo da minimizzare. Ma non coinvolgono la procura che aveva
riposto fiducia nelle indagini condotte dal Noe", aggiunge, e da
parte del Consiglio superiore della magistratura "non mi pare ci
sia nulla da fare, il Csm si occupa dei magistrati, non della
polizia giudiziaria". "A meno che il Csm non voglia fare il
punto sulla segretezza delle indagini nella linea di comando
della polizia", dice in riferimento al decreto di agosto 2016
che obbliga la polizia a riferire alla sua scala gerarchica: "È
una norma entrata in vigore alla chetichella, che ha capovolto
il rapporto di fedeltà tra polizia e procure. Prima non era
possibile riferire ai superiori, se non previa autorizzazione
del pm, adesso l'opposto". 'È un caso che questa norma sia
scritta mentre c'è l'inchiesta Consip?', gli viene chiesto. "Non
sono abituato a fare dietrologia, certo che la vicenda Consip
offre un'occasione importante per riflettere sui pericoli che
quella norma potrebbe creare", conclude.
"Il Tribunale dell'ANM, con sentenza pubblicata oggi sulle
colonne di Repubblica, assolve la Procura di Napoli, dispone
l'incompetenza del CSM ad occuparsi delle relative vicende e
condanna il Governo per un decreto del 2016 in materia di
rapporti tra pg e pm. Cominciamo bene", commenta il ministro per
gli Affari Regionali, Enrico Costa, ex viceministro alla
Giustizia.
Tra le procure di Roma e Napoli "allo stato non mi pare che
ci possa parlare di scontro", evidenzia il ministro della
Giustizia Andrea Orlando, ai cronisti a Palermo. "Il Csm non ha
alcuna facoltà di intervenire direttamente. Se ci sono dei
rilievi disciplinari è la procura generale presso la Cassazione
e il ministero che intervengono", aggiunge, replicando alle
dichiarazioni del presidente dell'Anm Eugenio Albamonte.
"Forse è un lapsus quello del presidente Albamonte, da
prendere comunque molto sul serio", afferma il deputato Pd
Davide Mattiello. Eugenio Albamonte, pm della Procura di Roma,
da poco nuovo presidente dell'Anm, "intervenendo con grande
equilibrio sulla vicenda Consip, mette in guardia da un altro
rischio: quello della violazione del segreto istruttorio, un
rischio che sarebbe aumentato da quando il Legislatore
nell'agosto del 2016 ha introdotto l'obbligo di informazione
gerarchica in capo alla polizia giudiziaria. Ma nella vicenda
Consip la delega di polizia giudiziaria, fino a che l'inchiesta
è stata fatta dalla Procura di Napoli, l'ha avuta il NOE dei
Carabinieri, per i quali l'obbligo di informare la linea
gerarchica è sancito dal 2010". "Forse Albamonte, nel
sottolineare la problematicità di queste norme, problematicità
che io condivido, aveva in mente un'altra vicenda: quella dello
spione-massone Giulio Occhionero, che è costata il posto al
dott. Di Legami, allora capo della polizia postale, con delega
di PG. Il titolare dell'inchiesta è proprio il dott. Albamonte -
osserva Mattiello - che ha chiesto il giudizio immediato sulla
vicenda Occhionero. Una inchiesta che merita la massima
attenzione perché è un'altra di quelle storie che rimanda ai
sistemi di potere, così determinanti nel nostro Paese. Dovremo
pure capire per chi lavorassero da anni i fratelli Occhionero,
archiviando quintali di informazioni sensibili, a meno di
considerare Giulio Occhionero un curioso collezionista Per
questo auspico che il giudizio sia tanto immediato quanto
profondo". (ANSA).
Consip: Albamonte, Csm non intervenga
Orlando, Csm non ha facoltà. Costa, Anm assolve procura Napoli