Istituzioni

Curare malattia mentale fuori carcere

Corte Costituzionale,"sicurezza e cura devono essere bilanciate"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 19 APR - D'ora in poi, se durante la carcerazione si manifesta una grave malattia di tipo psichiatrico, il giudice potrà disporre che il detenuto venga curato fuori dal carcere e quindi potrà concedergli, anche quando la pena residua è superiore a quattro anni, la misura alternativa della detenzione domiciliare "umanitaria", o "in deroga", così come già accade per le gravi malattie di tipo fisico. È quanto si legge nella sentenza n. 99, relatrice Marta Cartabia, depositata oggi, con cui la Corte costituzionale risolve il dubbio di costituzionalità sollevato dalla Cassazione. Secondo la Corte la mancanza di qualsiasi alternativa al carcere per chi, durante la detenzione, è colpito da una grave malattia mentale crea un vuoto di tutela effettiva del diritto fondamentale alla salute e si sostanzia in un trattamento inumano e degradante quando provoca una sofferenza così grave che, cumulata con l'ordinaria afflittività della privazione della libertà, determina un sovrappiù di pena contrario al senso di umanità e tale da pregiudicare la salute.
   

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