Rubriche

Sequestrata casa occupata abusivamente da Roberto Spada

Ad Ostia, esponente del clan la occupava da decenni

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 APR - I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia, su delega della Procura della Repubblica di Roma, hanno dato esecuzione a un provvedimento del Gip del Tribunale di Roma che dispone il sequestro preventivo di un appartamento sito a Roma (località Lido di Ostia), occupato abusivamente da una donna e dal suo compagno, quest'ultimo, Roberto Spada, è esponente di spicco della criminalità del litorale romano e già condannato - tra l'altro per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi - per il reato di violenza privata, aggravata dal metodo mafioso. L'attività costituisce l'epilogo dell'intenso monitoraggio da parte dei reparti dell'Arma dei Carabinieri, avviato anche a seguito del deferimento della coppia all'Autorità Giudiziaria per furto aggravato di energia elettrica mediante allaccio diretto dell'appartamento oggetto di sequestro.
    I successivi approfondimenti, condotti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ostia, hanno consentito di accertare che Spada e la sua compagna, oltre a sottrarre energia elettrica, non disponevano di alcun titolo che li legittimasse ad abitare l'appartamento, gestito dal Comune di Roma, maturando in tal modo un debito nei confronti dell'Ente pari a € 43.355,56 per le indennità di occupazione non versate e pari a € 11.063 nei confronti della società gestore della rete elettrica. La coppia, per quanto sinora emerso, avrebbe ottenuto la disponibilità dell'immobile nell'anno 2006, a seguito di uno "scambio" concordato con la precedente occupante abusiva, la quale a sua volta si trasferiva in un altro appartamento offertole dagli indagati e da loro anch'esso illegittimamente occupato, operazione finalizzata presumibilmente a ricongiungere la coppia con l'originario nucleo familiare, dimorante nello stesso stabile.
    Così il Gip ha disposto il sequestro preventivo dell'immobile, finalizzato allo sgombero e alla restituzione al Comune per l'assegnazione, secondo le procedure previste dalla normativa. Si precisa- conclude la nota dell'Arma - che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it