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Beni confiscati: Caselli, legalità? Evitare l'abbandono

Sto cambiando idea su vendita ma evitare rischio ritorno mafiosi

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 02 APR - ''L'affermazione della legalità non può considerarsi realizzata solo con i sigilli e con il provvedimento di confisca se poi segue una lunga fase di abbandono. C'è il rischio di dare evidenza a casi se non di sconfitta quanto meno di una difficoltà dello Stato''. Lo ha detto Giancarlo Caselli, presidente del Comitato scientifico Fondazione 'Osservatorio Agromafie', ed ex procuratore di Palermo, intervenuto al Primo Forum espositivo dei beni confiscati che si è chiuso oggi a Napoli.
    Secondo Caselli affinché ciò non accada è necessario ''potenziare l'Agenzia, dotandola di professionalità specifiche che ne rafforzino la capacità operativa, ridurre i tempi che sono appesantiti dal cattivo funzionamento del sistema giustizia almeno nella parte iniziale e l'eventuale vendita dei beni rispetto alla quale io ho sempre detto di no". "La vendita - ha aggiunto - è sempre stato un tabù perché poteva sembrare una resa, invece sto cambiando idea perché ci sono beni che stanno lì a marcire e invece potrebbero essere venduti con un guadagno complessivo del sistema. Ma bisogna fare qualcosa perché i mafiosi non ne rientrino in possesso altrimenti sarebbe davvero una sconfitta imperdonabile''.
    Secondo l'ex magistrato è necessario ''escogitare efficaci disincentivi, forme di deterrenza rispetto alla tentazione, all'aspirazione dei mafiosi di poter rientrare in possesso dei beni. Penso ad esempio a bandi di vendita con esplicita previsione di destinazione del bene a qualcosa che sia intollerabile per i mafiosi''.
    Da Caselli sono state avanzate delle possibilità quali, ad esempio, destinare il ricavato della vendita dei beni confiscati a nuove strutture per il 41 bis, a organizzazioni che aiutano le famiglie che vogliono rompere il vincolo con la famiglia d'origine mafiosa, al fondo per la protezione dei pentiti, al fondo per i familiari delle vittime innocenti. ''Sarebbero tutte destinazioni che danno fastidio alla mafia'', ha concluso.
    (ANSA).
   

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