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Beni confiscati, rafforzate verifiche

Un nuovo protocollo prevede il 'monitoraggio quinquennale e clausola rescissoria'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 6 DIC - Rafforzare le verifiche antimafia relative alle ipotesi residuali di vendita di beni immobili confiscati, per i quali non sia stata possibile la destinazione a scopi sociali o istituzionali. E' quanto prevede il protocollo d'intesa sottoscritto stamane dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, e il Direttore dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Bruno Frattasi.

Scopo dell'accordo - sottoscritto a Roma presso la sede della Direzione Nazionale - è quello di impedire, grazie a rigorosi accertamenti che prevedono il coinvolgimento dei sistemi informatici della stessa Direzione Nazionale, ogni tentativo di inserimento criminale nelle procedure di dismissione di asset immobiliari.

Il protocollo - che dà concreto seguito ad una specifica indicazione contenuta nelle Linee guida per la destinazione dei beni immobiliari, approvate recentemente dal Consiglio Direttivo dell'Agenzia, di cui è componente un rappresentante della Direzione Nazionale - prevede anche un monitoraggio dell'acquirente e delle altre figure soggettive indicate dal Codice Antimafia per un periodo quinquennale successivo alla vendita, durante il quale, al sopravvenire di controindicazioni, verrà esercitata una clausola rescissoria, inserita nei contratti di alienazione, con il conseguente venir meno degli effetti traslativi. Il Procuratore Nazionale e il Direttore dell'Agenzia hanno espresso - in una nota - la loro più "viva soddisfazione per tale intesa che, nel rafforzare i rapporti sinergici fra i due Organismi, garantisce un ulteriore supporto per affrontare risolutivamente il paventato rischio di interferenze volte a riportare il bene nelle mani delle organizzazioni criminali che ne erano state spossessate, fermo restando il carattere residuale di tali alienazioni, le quali continueranno ad essere subordinate alla perdurante impossibilità oggettiva di destinare il bene alle prioritarie finalità sociali o istituzionali previste dal Codice Antimafia".

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