Istituzioni

Le Br 35 anni fa uccisero Ruffilli, uomo Dc del rinnovamento

L'agguato nella sua abitazione a Forlì, nove ergastoli

Redazione Ansa

(ANSA) - FORLI, 15 APR - Il 35/o anniversario dell'uccisione di Roberto Ruffilli da parte delle Brigate Rosse sarà ricordato domani mattina, domenica, a Forlì con una messa nella chiesa di Sant'Antonio Abate, la deposizione di una corona davanti alla sua abitazione in corso Diaz 116, dove avvenne l'agguato, e un convegno a palazzo Albicini con il sindaco Gian Luca Zattini, il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Maurizio Gardini e la relazione dell'assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori.
    Un'occasione - come sottolinea la Fondazione intitolata a Ruffilli - per ricordare "non solo il martire, ma lo studioso della storia sociale e politica italiana, della sua evoluzione e complessità, attento a come la cultura e la politica seppero trovare una fondamentale intesa, chiara nei princìpi e nella stesura, nello scrivere la Carta Costituzionale. Come vanno ancora oggi lette e studiate le sue pagine dedicate alla storia del movimento cattolico, alla presenza politica della Democrazia Cristiana di Romolo Murri, al Partito Popolare e alla Democrazia Cristiana del Dopoguerra. Una storia e una cultura da studiare con grande attenzione proprio in questo momento storico e politico".
    Il senatore Ruffilli, 51 anni, responsabile del partito per i problemi dello Stato, fu assassinato perché autore del progetto di riforme istituzionali voluto dall'allora presidente del Consiglio e segretario politico della Dc, Ciriaco De Mita, pochi giorni dopo la formazione del suo nuovo governo e a dieci anni dall'uccisione di Aldo Moro. Alla porta suonarono due brigatisti travestiti da postini che, con la scusa di consegnare un pacco, si fecero aprire e lo uccisero con tre colpi alla nuca, con una mitraglietta Skorpion 7.65 dotata di silenziatore. Il processo in Corte d'assise nei confronti di 12 imputati si concluse nel giugno 1990 con nove ergastoli e tre assoluzioni, e nel novembre '91 la Cassazione rese definitiva la condanna per i presunti capi delle Br-Pcc (Partito comunista combattente), per gli autori materiali del delitto e per la rete organizzativa di supporto al commando che da Roma giunse a Forlì. (ANSA).
   

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