Istituzioni

Criscuoli, indebite interferenze

Volevo tornare, ma colleghi avrebbero disertato plenum

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 19 SET - Nella lettera aperta agli iscritti all'Associazione nazionale magistrati sulle sue dimissioni da consigliere del Csm, Paolo Criscuoli denuncia di aver subito "indebite interferenze esterne" e " comportamenti scomposti" da parte di alcuni colleghi consiglieri e alcuni componenti dell'Anm. "Quando ho comunicato la mia intenzione di riprendere la mia attività consiliare - scrive Criscuoli - ho dovuto constatare che alcuni consiglieri togati avevano rappresentato all'ufficio di Presidenza, che evidentemente ne ha preso atto, l'intenzione di abbandonare i lavori del plenum ovvero di non parteciparvi facendo mancare il numero legale qualora l'avessi fatto. Tale fatto di evidente e non dissimulata conculcazione delle mie prerogative di componente in carica del Csm è stato seguito da ulteriori indebite iniziative anche da parte di alcuni componenti della Anm". L'ormai ex consigliere ricorda che "è la legge a stabilire i presupposti per la sospensione o per la decadenza dalla carica di consigliere il quale al di fuori di tale ipotesi ha il diritto di espletare il suo mandato". (ANSA).
   

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