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Papà bimbo picchiato a indagati, ammettete di essere due mostri

Il vero intento era solo quello di farlo morire

Redazione Ansa

(ANSA) - VENTIMIGLIA, 05 GEN - "Sono rimasto scioccato dal racconto di quel (…) e dal modo in cui sostiene di essere innocente. Ma con che coraggio, essere spregevole, dichiari la tua innocenza? Dopo dieci ore di interrogatorio hai detto di aver infierito con calci, pugni e bastonate su mio figlio e in diretta tv l'hai negato". A parlare è il papà del piccolo R., che così commenta le dichiarazioni rilasciate ieri a 'La vita in diretta' su RaiUno, da Gianni C., indagato in concorso con la compagna (la nonna del piccolo) con l'accusa di lesioni gravissime aggravate dal dolo per aver picchiato il bimbo di 6 anni trovato poi in gravissime condizioni il 19 dicembre scorso a Ventimiglia.
    "Con che coraggio continuate a fare scarica barile senza essere abbastanza maturi da prendervi le vostre colpe - ha detto ancora -, con che coraggio non riuscite ad ammettere al mondo intero che siete due mostri. Soprattutto dopo aver fratturato otto vertebre, rotto le costole che hanno perforato un polmone causando un'emorragia, fratturato la milza e causato una frattura scomposta al braccio con il quale mio figlio si è opposto, ha reagito, si è difeso con tutte le sue forze, mentre il tuo vero intento, era soltanto quello di farlo morire".
    (ANSA).
   

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