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Violazione digitale; Ipsos, 27% dichiara esserne vittima

Presentati risultati della ricerca commissionata da Wallife

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 30 NOV - Il furto d'identità è un rischio condiviso da italiani (47%), francesi (52%), tedeschi (44%), al pari del rischio di clonazione delle carte di pagamento (46% tra gli italiani e 52% tra i francesi). Il 44% dei tedeschi si sente esposto al rischio di violazione della privacy, in misura paragonabile ai nostri connazionali (41%). L'esposizione percepita ai rischi "è maggiormente sentita tra coloro che sono già incappati in atti di violazione digitale. Si tratta soprattutto di uomini e dei più giovani, 18-34 anni, evidentemente coloro che fanno un uso più massivo e più disinvolto del web". Sono i risultati di una ricerca di mercato svolta da Ipsos dal titolo "Comportamenti sul web ed esposizione percepita ai rischi" e presentata in occasione del Wallife Investor meeting.
    La ricerca è stata effettuata su un campione rappresentativo di 3mila interviste della popolazione adulta "user di internet in Italia, Francia e Germania (mille casi per Paese)" e ha investigato su quali attività sono svolte più frequentemente on-line, i rischi connessi e le misure adottate per mitigare i danni potenziali. "Un dato molto interessante è il dichiarato sull'esperienza personale di violazione digitale, non solo per il dato in sé, ma soprattutto per gli effetti che tale esperienza ha sui comportamenti e le misure adottati", spiega una nota.
    Secondo i dati della ricerca il 27% degli italiani dichiara di essere incappato, direttamente o indirettamente (qualcun altro in famiglia) in un atto classificato come violazione digitale. Un dato analogo si registra in Germania (30%) e Francia (29%).
    "La diretta conseguenza è una maggiore percezione dei rischi - prosegue la nota -, meno sentiti dal resto della popolazione, quali l'utilizzo non autorizzato di immagini o foto personali, il cyberbullismo, l'utilizzo fraudolento di informazioni sullo stato di salute. Rischi che vanno a sommarsi a quelli maggiormente percepiti dal resto della popolazione come furto d'identità, clonazione delle carte e violazione della privacy.
    Quindi, proprio coloro che sono incappati nelle violazioni digitali hanno una maggiore e più profonda consapevolezza delle insidie che possono minacciare gli utenti".
    Allo stesso tempo "il progresso scientifico e tecnologico e la possibilità di fruire di un ventaglio crescente di servizi estremamente vantaggiosi via web è un innegabile facilitatore nella gestione della vita quotidiana. Il 78% degli italiani è convinto che rischi e benefici si compensino (36%) o che i benefici superino i rischi (42%)".
    Per Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, "andare ad analizzare il gap esistente tra rischi percepiti e rischi reali, tra violazioni digitali dichiarate ed effettive è molto importante per un'azienda come Wallife, partendo dall'assunto che le percezioni guidano i comportamenti e che i comportamenti devono essere indirizzati, mettendo a disposizione delle persone le giuste informazioni e gli strumenti più idonei. Sono contento che Ipsos e Wallife abbiano intrapreso un percorso di ascolto dei cittadini, di cui questa ricerca rappresenta un primo passo". (ANSA).
   

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