(ANSA) - NAPOLI, 04 MAG - Per tenere in piedi la sua ditta
edile è finito in un vorticoso giro di usura, una spirale
perversa dalla quale è riuscito ad uscire grazie all'aiuto
ricevuto dalle forze dell'ordine e dalla magistratura: la
Guardia di Finanza di Cassino (Frosinone) ha arrestato tre
persone (una è stata chiusa in carcere mentre per le restanti
due il gip ha disposto i domiciliari) accusate di estorsione e
usura, reati aggravati dallo stato di bisogno della vittima, un
imprenditore di Cesa, in provincia di Caserta, minacciata con
delle armi da fuoco per costringerla a pagare.
L'imprenditore, inizialmente, si è rivolto a un primo usuraio e
poi per ripianare il debito contratto con lui è finito nelle
mani i altri due strozzini: secondo quanto emerso dalle indagini
coordinate dalla Procura di Napoli Nord, a fronte di un prestito
di 65mila euro la vittima è stata costretta a pagare interessi
fino al 95%, per un importo complessivo di 172mila euro. E per
ottenere i soldi gli usurai minacciavano l'imprenditore di fare
del male a lui e anche ai suoi familiari. I finanzieri hanno
notificato le misure cautelari nel Napoletano, a Casandrino e a
Sant'Antimo. (ANSA).
Interessi usurai del 95%, 3 arresti della GdF nel Napoletano
Vittima costretta a dare 172mila euro dopo prestito 95mila euro