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Un maturando su 3 vorrebbe laurearsi in un ateneo straniero

Ricerca Skuola.net in collaborazione con ESCP Business School

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 08 APR - A dispetto di quanti immaginavano che la pandemia avrebbe frenato l'esodo dei giovani italiani (per ragioni di studio o lavoro) verso l'estero, negli anni a venire il fenomeno potrebbe non arrestarsi affatto. Sono tantissimi, infatti, i ragazzi che nel momento chiave della loro vita guardano oltre i confini nazionali. Tra quelli che, dopo il diploma di maturità, vorrebbero prendere una laurea, circa 1 su 3 sta prendendo in seria considerazione di iniziare e finire l'università in un ateneo straniero. Gli stessi, riflettendo ancor più a lungo raggio, in 2 casi su 3 immaginano il proprio futuro lavorativo in una nazione diversa dall'Italia. A segnalare questo scenario è una ricerca condotta da Skuola.net in collaborazione con ESCP Business School: 1 maturando su 3 vorrebbe laurearsi in un ateneo straniero, che ha visto protagonisti 3mila studenti di quinto superiore.
    Tra i motivi che spingono alla partenza così tanti giovani, su tutti spicca l'ipotetico 'peso' del curriculum: quasi la metà (44%) mette al primo posto la prospettiva di conseguire un titolo il più possibile riconoscibile a livello internazionale.
    Ma a intervenire sono anche aspetti più personali: il 22% lo farebbe per formarsi in un contesto mentalmente più aperto, il 17% per iniziare a costruire quella vita all'estero già messa in preventivo. Circa 1 su 10, invece, la considera un'opportunità soprattutto per imparare alla perfezione una o più lingue straniere. Appena il 5% aspira al titolo estero come un trampolino di lancio per trovare un lavoro migliore in Italia.
    E i numeri potrebbero essere ancora più ampi perché, se consideriamo gli anni degli studi universitari, un ulteriore 54% aspira comunque a trascorrere un periodo di formazione all'estero (il 32% anche medio-lungo), lasciando momentaneamente il nostro Paese per aderire a progetti come l'Erasmus o gli scambi studenteschi internazionali. A conti fatti, solo il 16% delle aspiranti matricole ipotizza un percorso universitario totalmente autarchico fino al conseguimento della laurea .
    A frenare questi ultimi due segmenti sono soprattutto motivi di ordine economico e affettivo. Le insufficienti risorse economiche per potersi mantenere all'estero per un tempo prolungato e la voglia di non allontanarsi troppo dagli affetti (famiglia, fidanzati, ecc.) sono infatti le due ragioni in cima alla lista, entrambe addotte dal 15% dei contrari all'espatrio.
    Un approccio, tra l'altro, raramente influenzato da condizionamenti ambientali ma spesso frutto di una decisione individuale: ad esempio, solo in 1 caso su 4 sono i genitori a spegnere sul nascere le velleità di partenza. (ANSA).
   

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