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Dalla didattica a distanza alla riapertura, le voci dei protagonisti

In un libro viaggio virtuale nelle scuole dal lockdown a oggi

(foto di archivio)

Redazione Ansa

 Un viaggio virtuale da Nord a Sud per raccogliere le testimonianze di docenti, genitori e studenti. Una raccolta di voci dei 'protagonisti' per raccontare come il mondo della scuola si sia confrontato con il lockdown e quali buone pratiche sono state messe in campo per fronteggiare. L'emergenza Coronavirus. E' il volume "Didattica di emergenza a riapertura. Voci dalla scuola" di Francesco Alario, educatore e componente della commissione ministeriale per la riforma dei Licei europei e internazionali, ed Emanuele Caroppo, psichiatra
e psicoanalista della Società Psicoanalitica, edito da Castelvecchi. Arricchito di autorevoli contributi del mondoaccademico e della cultura, il testo racconta luci e ombre della DaD, rischi e prospettive della futura organizzazione. Il viaggio virtuale degli autoti nelle scuole italiane ha avuto inizio a metà marzo, con l'inizio del lockdown, e si è conclude a fine giugno, con gli esami di Stato e la pubblicazione delle Linee guida per l'apertura delle scuole a settembre. "La sospensione delle attività didattiche è un evento unico e straordinario. Non c'è memoria di simili precedenti nella storia recente, neanche durante la Seconda Guerra Mondiale" scrivono gli autori che hanno virtualmente attraversato l'Italia, intervistato dirigenti scolastici e raccolto le testimonianze di docenti, genitori, studenti e personale amministrativo e ausiliare. "Dalla voce dei protagonisti della formazione abbiamo ascoltato con quanta attenzione, disponibilità e professionalità sia stata inventata dalla sera alla mattina la nuova modalità della didattica a distanza per non interrompere il percorso didattico avviato e mantenere integro il filo rosso che unisce iprocessi disocializzazione, integrazione, di uguali opportunità formative e di tutela del diritto allo studio - spiegano nel volume -. Abbiamo chiesto se, al di là della buona volontà, la nuova modalità didattica abbia causato,soprattutto in alcuni ambienti socialmente fragili, l'interruzione del percorso scolastico, se la mancanza di idonee tecnologie abbia impedito, ed eventualmente per quanto tempo, di raggiungere tutti gli alunni, se di fatto abbia causato forme accertate di abbandono e dispersione scolastica".

 

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